Vacuum è nato dall’attraversamento visivo di uno spazio-tempo, archeologia industriale nel pieno del suo fulgore regressivo.
Vacuum è un diario fotografico e un’opera di videoarte nata dall’incontro/scontro tra il ventre cavo di questo gigante prefabbricato e un corpo allenato a far esperienza di sé fuori dagli spazi deputati.
Le tracce che seguono hanno accompagnato in forma lirico-analitica il percorso di esplorazione compiuto.
Il soffio inestinguibile dello spazio vuoto. Ancora una lotta contro la sovranità prestabilita. Il fascino del dismesso e il fare esperienza dell’assenza fanno i conti con la memoria. Con gli strascichi e i riverberi che chi è passato ha lasciato suo malgrado prima dell’abbandono. Tracce inimmaginabili del predecessore a corto di futuro. Nulla di più affollato di una cattedrale nel deserto. Quanti appuntamenti mancati. Quante traiettorie spalancate. Quanti processi produttivi vinti dalla ruggine. Acquistar valore per consunzione e per ridestinazione d’uso. Diventar belli fuor di contesto, per detournement, per spostamento. Abitare la polvere e percorrere le macerie del progresso. Solidarietà della luce. Valorizzare il dimenticato per combinazione di corpi e linguaggi.
immagini di Salvatore Insana, Dehors/Audela Bocs, Cosenza, 2016
vuoto a perdere
spazio vacante
corpo senza difesa
un immobile sotto scacco
residui
resti
involontaria bellezza
eccesso d’assenza
timidezza dei volumi
impolverati
riposano echi d’umano
logorio
ruggine in vorticosa danza
di memoria
reperto sensibile
di impalpabile baluginio mattutino. accoglieva
e resta immobile
lì dove sempre
lì dove la fatica
lì dove scarse giunture
menischi affaticati
s’affannano
più volte saliva e scendeva
e restava interdetto
per causa sua
immergere il proprio viso nel giorno
a tratti
gli sembrava impossibile
fluttuare tra i resti
la sola via d’uscita
osservava i frammenti passati
memorie della fatica
il malleolo destro pulsava ancora
segno dell’alta tensione
dell’essere ancora lì dentro
non poteva restarvi
eppure nessun altro luogo
il suo fremito
inerme
camminava di notte
a luci spente
.
.
DEHORS/AUDELA Elisa Turco Liveri e Salvatore Insana si incontrano a Roma nel 2010, facendo confluire performing arts, fotografia e videoarte nel segno di una ricerca continua in cui i diversi codici artistici, pur mantenendo una loro specificità, diventano al contempo capaci di generare nuove forme espressive. Negli ultimi anni hanno dato vita, nel costante tentativo di superamento dei generi, dei luoghi e degli strumenti “deputati”, a opere video-teatrali, progetti di ricerca audiovisiva, installazioni urbane e percorsi d’indagine fotografica, workshop sperimentali. http://dehorsaudela.blogspot.it/