Network Is The Message
Rete Ludens
Intervista a Roberto Fassone
A cura di Carolina Farina

Una performance sviluppata su twitter, un software poi diventato web app e un ricorrente uso di immagini e altre forme di linguaggio provenienti dalla rete: il legame di Roberto Fassone con la sfera delle comunicazioni digitali è sottile, ma persistente nel suo collocarsi di volta in volta al servizio degli sviluppi della sua ricerca artistica.

SIBI – L’opera d’arte per generare potenziali opere d’arte è stata selezionata alla 17esima edizione del Japan Media Arts Festival e il suo sviluppo sta continuando attraverso differenti test ospitati da residenze artistiche internazionali.

Il curatore Pauli Accola in occasione di una tua personale milanese nel 2014 ti ha definito con queste parole: «Roberto è il depositario – cosciente, ma timido, che paradosso! – della storia di un continente che oggi esiste solo nei sociality network, nelle sedute della commissione europea, negli occhi furbi dei politicanti». Ti riconosci ancora in queste parole?

– Yeah.

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Parlando del gioco, elemento centrale della tua ricerca artistica, citi spesso la frase di Bernard Suits: “Giocare a un gioco è lo sforzo volontario a superare ostacoli non necessari”. Seguendo questa definizione pensi che i social networks, i cui algoritmi mirano a diventare sempre più ergonomici, possano essere considerati degli strumenti ludici?

– Yeah.

Charades, Fanta Spazio, Milano, courtesy l’artista e Fanta Spazio, (ph. Roberto Marossi), 2016.

SIBI è un’opera d’arte, in formato applicazione web, tramite la quale chiunque può ricevere delle istruzioni per creare potenziali opere d’arte. Hai dichiarato che a guidarti nella sua realizzazione è stato l’intento di affrontare criticamente i processi alla base della creazione di un’opera, del quale la componente interattiva è un effetto collaterale.

– Yeah.

sibi, software, courtesy l’artista, ongoing.

In altre tue opere come If Art Were To Disappear Tomorrow What Stories Would We Tell Our Kids, All Blue Everything Mixtape e PSPS si può riscontrare in modo più o meno esplicito il riferimento a estetiche e linguaggi caratteristici di differenti piattaforme social. Quanto è rilevante nella tua ricerca artistica lo studio delle strategie di comunicazione su cui sono strutturati questi dispositivi web based?

– Yeah.

All Blue Everything Mixtape, Sonic Somatic, Firenze, courtesy l’artista (ph. Giacomo Raffaelli), 2017.

Nel progetto performativo Hommage to Marshawn Lynch un intervistatore ti pone delle domande consapevole di ricevere da te sempre la stessa risposta affermativa. L’ostacolo che poni preventivamente in questa relazione può essere considerato un invito per entrambi a confrontarsi con il ruolo che si sta impersonando e con il tipo di interazione che ne scaturisce?

– Yeah.

Rebel Rebel, una bottiglia di Pepsi riempita di Coca-Cola e una bottiglia di Coca-Cola riempita di Pepsi.

Fotografia in homepage: 00, Lecce, con il supporto di FIXER e Straccetti&Rivoluzione, courtesy l’artista (ph. Enrico Carpinello), 2016

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Roberto Fassone è un giocatore di basket, cresciuto nelle giovanili della Cierre Asti. A 18 anni disputa la sua prima stagione da senior nella Cascina Veneria, in serie C2, e contribuisce alla salvezza della squadra, realizzando una media di 10.8 punti a partita. L’anno dopo ricopre il ruolo di playmaker nelle fila del Basket Venaria, sempre in C2. La squadra arriva fino alla finale per la promozione, perdendo gara 5 conto Serravalle Scrivia. Due anni dopo vince da playmaker titolare il campionato di serie D con il Monferrato Basket. Negli anni successivi veste la maglia della Virtus Venezia, Fiamma Venezia e ritorna nella stagione 2014/2015 ad Asti, dove disputa la sua ultima stagione in serie D. Attualmente è free agent.

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