§Fare Mondi.
Tra ricerca e fabulazione
Relazione sull’avanzamento di ricerca della coesistenza tra l’effimero e l’umano attraverso il suo riconoscimento per mezzo di quella condizione identificativa chiamata lavoro
di Cosimo Mollica

Introduzione

I primi mesi di una ricerca di dottorato riescono a essere impegnativi anche nel caso questa sia del tutto, o quasi, affabulatoria.
Anche solo redigere il resoconto dei primi quattro mesi di fittizia ricerca ha richiesto deliziosi sforzi fisici e mentali. A nulla sono servite le parole di auto-conforto e le concessioni di tempo altrui.
I risultati però non sono mancati. Riciclabili informazioni si sono fatte largo tra le luci confuse delle osterie della performatività e le piste d’atterraggio in pensione da pochi lunghi anni.
L’inizio della ricerca è stato caratterizzato da un interesse verso l’essere umano e tutti i suoi contrari a lui connessi e sconnessi.
Nel metodo immersivo utilizzato sono stati riscontrati pro e contro, ed è ancora da perfezionare.
I primi risultati sono da ritenersi positivi, grazie alla libertà di ricerca rivendicata in autonomia e nonostante la fragilità delle informazioni maneggiate.

Foto del mestiere dell’umano ben svolto dopo esser stato redarguito a dovere (rappresentazione affidabilissima sulla base dei dati ottenuti finora)

Contesto

Un modo per riconoscere un essere umano fra la schiera di esseri viventi e non del pianeta terra può essere quello di capire se conosce o meno quella bislacca condizione definita come lavoro.
Qualora fosse presente tale conoscenza allora si è probabilmente dinanzi a un umano. Se non si vuol cadere proprio in errore riguardo la questione di cosa possa esser considerato “lavoro” allora serve verificare che ci sia l’applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali, direttamente e coscientemente, alla produzione di un bene, di una ricchezza, o comunque atte a ottenere un prodotto di utilità individuale o generale.
Se non si riscontrasse ciò, allora ci si potrebbe trovare di fronte a un’ape, a una formica, ad altre specie terrestri o, tutt’al più, a uno schiavo umano, più o meno raggirato. In tal caso, sarebbe consigliabile sia proseguire con altre letture, sia proseguire comunque con questa affabulatoria relazione dottorale, si lascia libera la scelta su ciò che si ritiene più opportuno.

Sono certo presenti anche altre caratteristiche che potrebbero essere utili alla identificazione di un umano, ad esempio l’utilizzo di un linguaggio simbolico, la presenza di una memoria storica, della consapevolezza dell’alterità, l’empatia, l’etica, l’umorismo, le necessità interiori figlie della propria epoca, la più e meno vaga percezione dell’eterno e dell’effimero etc. In questo momento a molti umani risultano dei caratteri poco invitanti, secondari, altamente trascurabili.
È sufficiente la condizione del lavoro per identificare un essere umano, e anche per differenziare un esemplare da un altro. Condizione che può essere legata anche a una ossessiva passione performativa per dimostrare di essere “umano gran lavoratore” al costo di ignorare e sminuire le sue altre caratteristiche citate sopra.

Metodo di ricerca

L’obiettivo di questa ricerca di dottorato è indagare i modi con cui l’umano lavorante coesiste con la sua finitezza e il pensiero dell’effimero posizionato selvaggiamente sotto un tappeto prossimo al disvelamento.
I risultati verranno ricercati e raccolti compiendo delle esplorazioni di lavori, mestieri e professioni nella prospettiva umana portati al limite, fino a escludere la figura di quest’ultimo e ascoltando gli echi del dialogo tra uno scomparso umano e la sua delicata finitezza persa per sbaglio nel primo villaggio vacanza presente sulla strada verso il mare.
Questa condizione del lavoro è proiettata per esempio su altre specie terrestri, esseri viventi e non viventi, fenomeni naturali, fenomeni sociali, idee e sogni, decostruendo il concetto di lavoro contemporaneo e raccogliendo quello che rimane di questa necessità lavorativa.

Esplorazione del Mestiere di Disinfestato

L’invenzione di questo dottorato è indispensabile anche per esplorare la sua fallibile capacità di cristallizzazione.
Sii prende in considerazione il dottorato di ricerca come mezzo dalle eterne ambizioni, spesso messo alle strette da bisogni e necessità quotidiane e da un contesto di evoluzione tecnologica a trazione per lo più capitalistica, riducendosi spesso ad appagare effimere esecuzioni carrieristiche.
Tra le varie necessità quotidiane c’è anche la questione delle pubblicazioni. La ricerca sguscia più e meno cinicamente in un bosco, tra le liste già vecchie di impact factor e quartili, cespugli che cantano inni alle pubbliche relazioni e nel sottobosco ecco anonimi peer reviewers pronti a benedire e scomunicare, un sistema che valida la ricerca e che alle volte può sfiancare. Anche il dottorato è un “lavoro” che potrebbe delle volte superarsi, e l’attenzione alla ricerca risultare poco invitante, secondaria, altamente trascurabile.
Uno degli scopi più profondi e utopici di questa ricerca di dottorato consiste nel capire al meglio il cambiamento dei sogni, dei desideri e dei segreti umani con lo scorrere del tempo e come le necessità interiori, si comportano quando non tutti gli individui di una stessa epoca percepiscono il tempo allo stesso modo. Altro scopo è esplorare al meglio le sfumature dell’effimero e dell’eterno, soprattutto per come vissute singolarmente da quanti più esseri e non esseri incrociati durante la ricerca e non solo.

Lavoro di creatore del presente a inizio giornata

Ogni esplorazione segue metodi specifici, di ogni lavoro si esplorano specifiche dinamiche con strumenti transmediali e un poco concettuali.
Alcune esplorazioni, visti i tempi ristretti, sono state eseguite a velocità doppia.
Alcune esplorazioni, vista l’impegnativa mole di dati da raccogliere, sono state eseguite assieme a un gruppo di esperti intercambiabili.
Alcune esplorazioni, visto il ristretto budget di un dottorato di ricerca non retribuito economicamente in quanto frutto di una montatura, sono state eseguite sorvolando su alcuni aspetti delle condizioni metereologiche ma non geopolitiche.
Alcune esplorazioni, vista la poca disponibilità spaziale, sono state eseguite ricamando sui dati a dovere così che non fossero fuori scala e si potesse pubblicare questo articolo senza sembrare troppo fuori posto.
Alcune esplorazioni visto la vena polemica del Relatore sono state eseguite prendendo appunti sempre e solo su un taccuino di colore marrone a righe nere composto di carta riciclata che profuma di sughero.

Si è ritenuto infatti necessario, per il bene della ricerca, inventare la figura del Relatore, così da garantire delle indagini più strutturate e dei i risultati più attendibili, poiché condotte sotto la guida di un archetipo navigato.
Nato al centro di una piazza silenziosa, il Relatore è un tipo alquanto loquace. Noto duemilista, ritiene di essere uno dei massimi esperti dell’arte contemporanea, del periodo a cavallo tra il 1999 e il 2001, il cavallo è addestrato nel passo dell’ambio, cioè muove contemporaneamente l’anteriore e il posteriore destro, e successivamente l’anteriore e posteriore sinistro. Il Relatore ci tiene molto a specificarlo.
Tiene annualmente diverse conferenze sull’uso improbo della parola “capolavoro” a suo parere inflazionata e denigrante per ogni grande artista che abbia vissuto in funzione della ricerca artistica e non in funzione della produzione di oggetti.
Non dice mai il “buona sera”, perché lo sente troppo poco preciso e ambiguo, punta su altre frasi ad effetto.

Durante le revisioni lascia abbastanza libertà, tanto da permettermi di parlare della sua persona al fine di ricerca e senza porre limiti alcuni, ma è molto pignolo sull’utilizzo dei link ipertestuali, da spendere come semi unici e rari (è un’opinione che potrebbe non essere condivisa in questo o prossimi documenti).

Il conflitto interiore con questo personaggio, ormai cresciuto a tal punto da porre dubbi propri e spingere la ricerca in direzioni intime, è causa di ritardi imperdonabili, da parte di chi scrive,  nella consegna dei materiali per la pubblicazione del numero §Fare Mondi del magazine “Root§Routes”. I risultati non lo convincevano, continuava a sentirsi minacciato dalla possibile decostruzione che potrebbe scaturirne, a ragion veduta.

Di seguito una lista in continua evoluzione di lavori presi in considerazione per l’esplorazione.
I primi 9 nell’elenco sono quelli di cui si hanno già dei primi discutibili risultati, a seguire saranno esaminati gli altri (nel prossimo futuro o ripescati da un lontano passato):

Apprendistato da Coccinellidae;
Mestiere di foglia;
Professione di fantasma di villa del ‘700;
Mestiere di persona guarita;
Lavoro di nuvola;
Lavoro di aspirapolvere in negozio di lusso d’aeroporto;
Mestiere di flora desertica;
Lavoro di creatore del presente;
Mestiere di disinfestato;
Lavoro di lista di scuse;
Professione di saponetta bagnata;
Professione di saponetta asciutta;
Professione di archivio;
Mestiere di archivista;
Mestiere di scala;
Professione di formatore di progettisti di scale;
Mestiere di bene archeologico;
Mestiere di vuoto;
Mestiere della neve a Monaco di Baviera;
Mestiere di esageratore;
Lavoro dell’equilibrio;
Professione di ozioso per protesta;
Professione di attesa fuori dall’ascensore;
Mestiere di porta spade da muro;
Mestiere di pausa dall’enterocezione;
Lavoro di gruppo di falsari altruisti;
Lavoro da semaforo di notte (visto da tassisti);
Mestiere da mercato di burattini;
Mestiere di prima pedalata;
Lavoro di patrimonio culturale orale e immateriale;
Lavoro di residenza d’artista senza trambusto;
Mestiere di vecchio west;
Lavoro di obbediente;
Lavoro di linee guida per distinguere il granoturco;
Lavoro di rimuginio;
Lavoro di meccanico di areoplanini di carta;
Professione dell’anti-scopo;
Lavoro di archetipo;
Professione di artista asceta;
Professione di effimero;
Mestiere di umano;

 

Risultati

I risultati sono genuinamente riportati così per come si sono effettivamente susseguiti, includendo vicoli ciechi, fallimenti trionfali e dimenticanze importanti.

apprendistato di Coccinellidae:

Non hanno accettato la richiesta di apprendistato.
Le motivazioni sono state: motivazioni troppo umane e poco attendibili.
Il CAC (Comitato degli Apprendistati Coccinellidi) prende molto sul serio le candidature e di solito vengono accettate alacremente. Forse causa dell’esclusione è stato un campo compilato inadeguatamente sulla lunga domanda di partecipazione, il Relatore non aveva esperienza nel settore e quindi si è andati a tentoni. Le candidature riapriranno fra 18 mesi e allora si ritenterà l’apprendistato.

mestiere di foglia:

Si proposto un ampio progetto di ricerca che prevedeva una residenza su un’isola artificiale all’interno di un grande parco francese.
La foglia è un ingranaggio effimero di un ciclo apparentemente eterno e viceversa. Svolge le sue funzioni di organo sul relativo arbusto e poi tramite abscissione se ne distacca. Diventa a quel punto utile per il terreno che la fa pian piano diventare parte di sé. L’abscissione è di fondamentale importanza per gli ecosistemi, in ognuno di essi in modo diverso rispetto al bioma d’appartenenza.
Questo lascito accaduto senza troppo sforzo è di vitale importanza per la crescita e lo sviluppo del resto degli organismi intorno all’arbusto, tra cui altri suoi simili.
Per quanto effimera la foglia esegue un mestiere che fa sperare l’eterno, senza chiedere né un riscatto né un favore in cambio. Si riscontrano, forse forzati, parallelismi con il lascito umano, accumulato nel tempo, fondante del futuro, che si districa nella memoria comune e nella memoria del paesaggio che spesso l’umano s’illude di possedere.
Il progetto prevedeva l’intima identificazione di foglie, così come intese sopra, da parte di diversi umani in un’operazione con paternità distribuita e la successiva composizione di un catalogo comunitario.
Il progetto non è stato selezionato per la realizzazione.
Intanto si è potuto osservare che la foglia dalla forma obovata non ha particolare pertinenza con i suoli boschivi e che comunque l’impatto che avrebbe su questi non sarebbe dissimile dalle foglie dalla forma ovata.

Professione di bonus

Professione di bonus:

Non citato in precedenza questo si palesa come gentile concessione. Stimola il riconoscimento di meriti e colpe. Si è tentato di distribuire bonus, sotto varie forme e media, a cari umani prossimi al sottoscritto. Il risultato è stato positivo. I riscontri hanno attivato cicli di bonus spontanei ora da tutelare e forse in futuro da limitare.

professione di fantasma di villa del ‘700:

È stata effettuata una gita nella località di interesse. All’arrivo in suddetto luogo si è venuti a contatto con un tasso (Meles meles) che scorreva lungo un querceto.
Visionando l’esterno della villa sono stati ritrovati diversi fori nel terreno, probabilmente tana del tasso visto in precedenza. Si è deciso di non disturbarlo ulteriormente durante le faccende quotidiane. Si tornerà in altri momenti per chiacchierarci mentre ha un’ora di permesso o il giorno libero.
Uscendo dal querceto il tasso si è ripalesato attraversando in senso inverso la strada percorsa inizialmente assicurandosi un caldo saluto e un posto nei risultati della ricerca.

mestiere di persona guarita:

È nella lista ma non lo si sperimenterà probabilmente mai realmente, è un’utopia in cui sperare e da perseguire.

lavoro di nuvola:

Si è ritenuto necessario, insieme all’Unione delle Nuvole in Sosta (UNS), cercare un luogo che potesse fungere da area di servizio per nuvole. Indipendentemente dalla loro provenienza geografica e troposferica molte nuvole hanno riscontrato la necessità di andare in ferie, anche per poco tempo. Ci sono diverse località che potrebbero ospitare queste ferme nuvole anche se alcuni abitanti chiedono in cambio una collaborazione attiva, uno scambio di favori che non permetterebbe alle nuvole di “fermarsi” effettivamente. Si opterà per la località e la comunità più ospitale e anti-performativa.
Nei prossimi mesi la ricerca si approfondirà con un lavoro diplomazia tra le varie località con i dovuti compromessi tra quello che possono offrire e le richieste dell’UNS.

lavoro di aspirapolvere in negozio di lusso d’aeroporto:

Ricerca ferma al punto di partenza. Nessuna aspirapolvere si è ancora prestata a un’intervista. Sembrano esserci delle caratteristiche ben definite da avere per potersi ritrovare in tale situazione lavorativa.

mestiere di flora desertica:

È stata richiamata una tavola composta da educatori e educatrici che hanno vissuto e subito
l’opposizione sistematica al diffondersi dell’istruzione, al progresso, all’evoluzione sociale di una regione di un sud. Hanno risposto in due, ma sono in disaccordo sulla data d’incontro. Si punta ad avere almeno cinque di questi per poter conversare sul loro ruolo di flora desertica.

lavoro di creatore del presente:

È emersa come indispensabile l’esplorazione di questo lavoro. Attuare, fare, modellare un qualcosa che dura il momento della creazione stessa. Un’esplorazione dalle intenzioni focose che ancora sta strutturandosi ma ha avuto inizio con una ricerca sui Petardini da Ballo, giochi pirotecnici inizialmente pensati per i piccoli di umano. L’indagine a riguardo è nella fase di testing dei petardi, di quante più tipologie ritrovabili sul mercato. Di particolare presenza si è riscontrata la versione Petardini da Ballo Maxi!!, assai più ingombranti e udibili.

mestiere di disinfestato:

Le informazioni di queste esplorazioni non sono pubblicamente condivisibili, è quasi tutto strettamente riservato. Si può dire che è stato raggiunto un accordo, il patto di Valle Inferno, tra un mucchio plurinazionale di studenti e studentesse e una comunità di blatte riserviste guidate da Martello Spuntato. Questi due gruppi sono stati alleati contro un terzo potere di regime non ben identificabile senza incorrere in persecuzione.
Sono stati ritrovati diari e residui altri di una battaglia lunga 3 anni e tenuta ben nascosta. La ricerca è nella fase di rilettura dei documenti raccolti.
Per ora si sa che il mucchio plurinazionale di studenti e studentesse è senza una fissa dimora ma ospitato momentaneamente da Martello Spuntato in una località non ben precisata.

Foto della professione di effimero in ferie (rappresentazione attendibilissima sulla base dei dati ottenuti finora)

Conclusioni

I vicoli bui e senza uscita sono stati diversi ma comunque, con l’utilizzo di torce e candele, i risultati hanno portato al riscontro di dati fondamentali riguardo l’obiettivo della ricerca.
L’effimero agisce impunemente, sia questo consapevolmente riconosciuto e guidato sia come presenza naturale e inconsapevole.
Uno dei mestieri che si è palesato e che si integrerà nel prossimo futuro sarà quello della luffa (genere di piante appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee), facendone però un confronto con il mestiere di bolle di sapone. Una ricerca che si svolgerà portando avanti una ricognizione in contemporanea esplorando parallele questioni e segreti.
Rimangono due anni e mezzo di ricerca ma il tempo è in agguato, sebbene ogni esplorazione porti alla maggiore comprensione della professione di effimero e infine al mestiere di umano. Motivo per cui ogni risultato accorso verrà prontamente carpito e approfondito continuando con questo metodo di ricerca e là dove possibile affinandone l’efficacia.
Ancora è troppo presto per poter stirare somme sulla coesistenza tra l’umano e l’effimero, qualora effettivamente ci fosse, tenendo sempre in conto la natura affabulatoria di questa ricerca orchestrata e senza l’autorizzazione di istituzione alcuna.
Si è potuto però capire che l’analisi attraverso la condizione del lavoro può portare a una comprensione ampia sulle prospettive future della relazione tra l’effimero e l’umano e i relativi effetti su quest’ultimo, siano questi modi in disuso ben assortiti o metodi per contare le occasioni perse. 

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Cosimo Mollica (pianeta terra, 1998): sono un artista che vive di rendita grazie a futuribili ricordi e antiche distrazioni, sperimentando effimeri segreti ed eterni sogni dei mestieri altrui che scuotono in me intime e anonime necessità, una di queste è quella di smascherare la velocità, mia nemesi.