LAIVin, il programma educativo più longevo di Fondazione Cariplo, dal 2006 finanzia laboratori di arti performative dal vivo nelle scuole secondarie di secondo grado, co-progettati da studenti, docenti ed operatori culturali. I laboratori all’interno di licei, istituti tecnici e professionali aprono spazi di collaborazione, attraversano il tessuto scolastico con originalità ed innovazione mettendo al centro le competenze dei ragazzi e delle ragazze.
L’adolescenza è un cactus? Il teatro e la musica che danno voce all’adolescenza
Istantanea 1
A stare sul palco alcune volte tremano le gambe e anche la voce. Le battute provate tante volte escono prima timidamente, poi sempre più decise. Ci sono sul palco una ventina di ragazzi e ragazze che lungo l’arco dell’anno scolastico hanno scritto uno spettacolo dichiarando fin da subito che la loro età, l’adolescenza, è un cactus. Un cactus fatto di spine-giudizi, spine-pregiudizi, spine che sono punture anestetiche che portano al timore di non farcela, a rinchiudersi dentro narrazioni nelle quali non ci si ritrova. Sul palco esce tutta l’energia che racconta come affrontarle queste spine che arrivano. Dentro i gesti degli attori ci sono storie vissute, sentite sottopelle e raccontate con parole pungenti.
Lo spettacolo finisce. Gli attori sono tutti in fila sul proscenio, guardano verso la platea, qualcuno ha il fiatone, passa un attimo e parte l’applauso, anzi una standing ovation che stupisce sia loro che i coetanei che riempiono il teatro. Gli attori ridono, si commuovono, ringraziano. Poi tornano dietro le quinte e festeggiano, la loro voce è forte, mentre si tolgono i vestiti di scena e finiscono di cancellare ciò che è rimasto del trucco, si abbracciano, gridano insieme, poi escono dalle quinte e rientrano in sala per trasformarsi in spettatori ed assistere al prossimo spettacolo.
La platea è in silenzio, gli spettatori sono ancora tutti in piedi come freezati nell’ovazione di prima, l’unica di tutto il Festival LAIVin Action 2023 che ha visto alternarsi sul palco oltre 80 spettacoli del progetto LAIVin. Qualcuno nel pubblico fa partire di nuovo un applauso, tutti si uniscono in un attimo, ma ha un suono diverso, non picchia forte come prima, ha un ritmo che saluta e ringrazia gli attori, riconosce loro la forza dei gesti e delle parole che hanno raccontato, li riconosce come testimoni di una verità che sta nella pancia di tutti in platea, ma che loro hanno avuto il coraggio di dire con forza ed onestà sul palco.
Spettacolo di chiusura del laboratorio dell’Istituto d’Istruzione Superiore Alessandro Manzoni di Suzzara (Mantova) a.s. 2022-2023
In questa immagine è racchiusa la sfida del progetto LAIVin, che dal 2006 sostiene la realizzazione di laboratori di musica, teatro e teatro musicale nelle scuole secondarie di secondo grado della Lombardia e delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. In questi 17 anni sono stati realizzati circa 800 laboratori, arrivando a coinvolgere più di 40.000 studenti e 2.000 tra docenti ed operatori. Fondazione Cariplo ad oggi ha investito oltre 9 milioni di euro nel programma, di cui oltre 5 milioni di contributi a fondo perduto sono stati destinati alle quasi 400 scuole che hanno realizzato i laboratori.
Un investimento importante con un unico grande obiettivo: radicare l’esperienza del laboratorio di teatro e musica nella scuola secondaria di secondo grado quale spazio prezioso per la messa in gioco delle competenze e della creatività individuale all’interno di un processo di crescita di gruppo.
Per farlo, Fondazione Cariplo ha da sempre promosso e sostenuto l’alleanza tra il mondo della scuola e gli enti teatrali e musicali, incaricati della realizzazione dei percorsi laboratoriali, prevedendo all’interno del progetto momenti di confronto e coprogettazione che sostenessero attivamente il dialogo tra queste due professionalità.
Il programma LAIVin si è posto come obiettivo continuativo nel tempo la collaborazione con le istituzioni scolastiche per il miglioramento ed aggiornamento dei processi educativi e formativi e lo sviluppo di competenze chiave dei giovani puntando su due assi: “il laboratorio”, metodologia che privilegia il gruppo, è democratico, in ascolto, capace di creare dal basso e di chiedere ai ragazzi e alle ragazze di mettere in campo le loro competenze, e “le arti interpretative dal vivo” del teatro e della musica che permettono l’espressione di corpi che si confrontano, costruiscono, pensano per gesti e parole e relazioni.
Ha perseguito la promozione del protagonismo culturale dei giovani attraverso la pratica laboratoriale delle arti performative perché sono in grado di mettere al centro le competenze chiave di cittadinanza, agevolando un ruolo attivo dei giovani nell’integrarli nei processi decisionali sostenendo la loro agency.
E come lo ha fatto? Scommettendo sul valore della comunità di pratica che insegnanti, operatori teatrali e musicali e studenti stessi potevano formare, nella convinzione che la condivisione delle buone pratiche via via sperimentate rappresentasse un meccanismo altamente fertile e generativo.
Si possono scrivere delle linee guida senza usare una penna? L’elaborazione collettiva del format metodologico
Istantanea 2
È venerdì, tardo pomeriggio, la scuola è finita da qualche ora ma ci si è attardati per un consiglio di classe straordinario. La settimana lavorativa sembra terminata ma questo è un weekend LAIVin. Carla sale in macchina e senza passare da casa si dirige alla sede del laboratorio. È stanca, mette della musica per riprendere un po’ di fiato, diradare qualche nuvola di pensieri ed allontanare le difficoltà del confronto con i colleghi. Ha un CD con le sue canzoni preferite di Battisti che ascolta sempre in queste occasioni: “Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come aggiustare…”. Carla tiene da parecchi anni un laboratorio di teatro nella sua scuola, un Liceo Artistico. È uno spazio prezioso per lei e per i ragazzi e le ragazze che ogni anno mettono piede nella sua aula. Al primo incontro arrivano alla spicciolata facendo capolino dalla porta con timidezza, dopo qualche incontro arrivano prima gli studenti di lei, Carla sente le loro chiacchiere già scendendo le scale che portano all’aula, e quando entra la accolgono un gran brusio e capannelli di sedie.
“Sì, viaggiare, evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure…”. È molto contenta di poter incontrare questa sera altri docenti che come lei coltivano la passione per il teatro e la musica a scuola. L’invito per quel weekend di lavoro indicava di portare vestiti comodi, calze antiscivolo per poter lavorare con il corpo, a Carla gira nella testa una domanda, ma non dovevano scrivere insieme le linee guida dei laboratori?
I laboratori iniziano non appena tutti i partecipanti sono arrivati. Sono tempi densi di scambi, di esercizi, di confronto dove la parola arriva sempre dopo che il corpo si è raccontato. La sera si è stanchi ma è bello stare insieme e lavorare in comune. È domenica sera, Carla ride forte appena si ferma la musica, il gruppo che ha seguito il laboratorio di arti musicali ha appena suonato una taranta scatenata e tutti ci si è messi a ballare. Si siede con un gruppo di colleghe per terra e le guarda negli occhi, le scappa un ultimo riso mentre si raccoglie i capelli. Chi l’avrebbe mai detto che per scrivere delle linee guida non bisogna per forza prendere in mano una penna. “… con coraggio gentilmente, gentilmente, dolcemente viaggiare”.
Laboratorio di co-progettazione del Format LAIVin, Verbania, a.s. 2007-2008
Il programma LAIVin si basa su un format che è stato sviluppato tra il 2007 e il 2010 grazie alla collaborazione di 34 scuole secondarie di secondo grado. Lo hanno “scritto” Carla ed altri insegnanti che hanno messo a fattor comune esperienze, metodi e tecniche. Contiene le linee guida che hanno orientato ed orientano tuttora la realizzazione dei laboratori e si fonda su alcuni principi cardine su cui si crea il valore dei progetti realizzati.
In primo luogo, l’importanza della conduzione del laboratorio da parte di operatori appartenenti a enti musicali e teatrali con esperienza nella formazione di adolescenti. La collaborazione con un’istituzione teatrale e musicale rappresenta un punto di forza per la sostenibilità futura del progetto, una collaborazione quella tra scuola e ente teatrale o musicale che deve basarsi su una reale co-progettazione fin dalle fasi preliminari di stesura del progetto e che LAIVin promuove anche attraverso momenti di formazione, confronto e riflessione congiunta tra docenti e operatori.
Oltre a ciò, un punto di valore imprescindibile è rappresentato dal radicamento del laboratorio nella vita scolastica, un obiettivo non facile che viene sostenuto attraverso azioni molto specifiche. La richiesta della presenza di un’équipe di docenti per il coordinamento del progetto, anziché di un singolo docente, l’ingaggio attivo del dirigente scolastico, l’inserimento nel Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto del progetto LAIVin.
Infine, il format sostiene l’importanza dell’integrazione tra laboratorio e didattica affinché l’esperienza preziosa del laboratorio non rimanga isolata in una dimensione extracurricolare ma sia fortemente integrata e possa contaminare anche la didattica, inserendosi a pieno titolo tra le attività curricolari.
In questi 17 anni questi parametri hanno orientato il lavoro di istituti tra loro diversissimi, dai licei classici, ai tecnici per elettricisti, dai licei artistici e sociali ai professionali che formano cuochi e camerieri, portando alla realizzazione di un articolatissimo ventaglio di percorsi ed esiti. LAIVin ha ospitato laboratori di teatro, teatro danza, di teatro di figura, di musica di insieme, di coro, di musical, di arti circensi, di musica pop-rock, laboratori basati sull’improvvisazione o sulla messa in scena di testi della tradizione teatrale antica e moderna, da Sofocle a Ionesco.
Tre, due, uno… LAIVin Action! Il Festival come occasione di scambio, incontro e condivisione
Istantanea 3
Le luci si spengono, lo spettacolo dell’IIS Calvi-Maragliano di Voghera si conclude. Un attimo di silenzio sospeso, quel breve momento di apnea che separa il buio dall’applauso. Poi lo scroscio. I ragazzi del Calvi corrono in proscenio elettrizzati, se lo godono tutto, questo applauso sincero, e applaudono con foga anche loro. Applaudono in direzione di sé stessi, degli operatori in regia, dei docenti in sala, del pubblico composto da giovani di altre scuole. Un ragazzo si separa dal gruppo e si affaccia sulla platea, inizia a gesticolare in direzione delle prime file. C’è un momento di confusione, “cosa sta facendo?”, “non ho capito, dobbiamo applaudire più forte?” chiede qualcuno. Due compagni lo raggiungono e, rivolti verso gli spettatori, chiamano a gran voce: “Dai dai dai! Venite tutti su!”. Ecco cosa voleva dire! La platea di giovani allora si anima, si alzano tutti in piedi e scattano con entusiasmo in direzione delle scale che portano al palco per raggiungere gli attori. Si abbracciano, dicono “grazie”, qualcuno fa i complimenti, qualcun altro chiede “Ci fate una foto tutti insieme?”
Spettacolo dell’Istituto d’Istruzione Superiore Calvi-Maragliano di Voghera (Pavia), presso Teatro Filodrammatici di Treviglio, 22 maggio 2023
Il Festival LAIVin Action è forse l’appuntamento più atteso dell’anno, quello in cui le scuole parte del Progetto si incontrano nello stesso luogo per raccontare in forma performativa quanto portato avanti durante l’anno scolastico. I partecipanti diventano attori, spettatori, si lasciano guidare in sessioni di laboratorio, si conoscono, instaurano legami, trovano uno spazio in cui esprimersi. Lo sguardo degli adulti resta laterale, i protagonisti consapevoli sono loro, i ragazzi, con idee, pensieri, gioie e preoccupazioni di un’età delicata in un momento storico difficile. Il Festival è uno spazio di espressione consapevole, un megafono per raccontare qualcosa di sé e farsi sentire.
Pensato con un carattere itinerante, LAIVin Action visita ogni anno una città diversa per offrire un’esperienza che non sia mai uguale a sé stessa, ma che dialoghi con il territorio d’azione del Progetto e con le realtà che lo animano. In pochi giorni, migliaia di ragazzi attraversano questi luoghi, si riuniscono e convergono negli spazi del Festival portando con sé costumi, scenografie, il proprio talento e la voglia di mettersi in gioco. Il cuore della manifestazione è sì quell’alternarsi di brevi rappresentazioni che si susseguono con fluidità nel corso della giornata, ma anche e soprattutto l’esperienza partecipativa che deriva dallo sperimentare nuove forme di dialogo che vadano oltre il palco. La relazione con i coetanei, lo scoprire attività laboratoriali in pillole, l’assistere a spettacoli programmati ad hoc per arricchire l’esperienza o l’aprirsi alla sfida di raccontare se stessi attraverso interviste sono tutti elementi che concorrono a rendere LAIVin un grande momento di festa. Non importa che si sia ormai veterani del Progetto, alla prima esperienza con LAIVin o che si salga per la prima volta su un palco… l’emozione corre a mille e si fa contagiosa.
GIÙ DAL PALCO… CONTAMINAZIONI
Istantanea 4
“Ciao ragazzi, ci siete?”. “Eccoci, scusate il ritardo”. “Solo un attimo e sono con voi”. Sono i ragazzi e le ragazze di sette scuole del Cremonese che con i loro operatori e docenti referenti del progetto LAIVin stanno pensando ad un evento da svolgere insieme, a come mettere in gioco le competenze di tutti per scambiarsi esperienze, abilità e divertirsi. È marzo 2023, sentirsi in videochiamata fa strano ma si è lontani per potersi organizzare per vedersi dal vivo, vince la funzionalità dell’on-line e le chiacchiere si fanno subito fitte. C’è voglia di fare. “Ok, ma ci serve un qualcosa che ci tenga insieme se no è un caos! Da cosa partiamo?”. Qualcuno fa notare che il Festival dei Diritti organizzato dal CSV ha sempre dei temi forti su cui può essere bello confrontarsi, c’è una rete con cui connettersi per confrontare le proprie proposte. È una buona strada. Operatori e docenti stanno in ascolto, portano degli stimoli e poi lasciano campo aperto ai ragazzi. “Perché non usare il capannone di lavoro della nostra scuola, di sicuro ci stiamo tutti, ci si lamenta sempre che gli spazi non ci sono, ma poi forse si tratta di saperli attivare, no?”. Location trovata, la scuola Edile di Cremona mette a disposizione anche otto aule per altrettanti workshop.
“Non manca molto all’evento, come procede l’organizzazione?”. “La data del 26 ottobre è confermata?”. “Il CSV ha risposto positivamente al nostro evento, inviterà le associazioni che partecipano al Festival dei Diritti ad assistere al nostro happening!”. “Sui contenuti la direzione è quello che ci siamo detti l’anno scorso: vale tutto!” l’incontro di questo settembre 2023 mette a punto gli ultimi dettagli prima di lasciare i diversi gruppi liberi di declinare il tema in proposte. Il tema del Festival dei Diritti è “Si può fare. Agire il cambiamento”, sembra fatto apposta: “Il nostro evento si chiamerà ‘L’isola che non c’è?” ma che poi c’è…non so se si capisce…” dice ridendo una ragazza. Si capisce! E ora ci si organizza per raggiungere la Scuola Edile: “Si può prendere una navetta ed arrivare lì insieme, partiamo tutti dalla stazione, che dite?”. Il 26 ottobre una cinquantina di ragazzi provenienti da 7 diverse scuole ed una ventina di operatori culturali e docenti si guarderanno negli occhi in cerchio nel grande capannone della Scuola Edile. Le linee guida studiate on-line diverranno proposte, incontri, scambi, risate, giochi, battute. Il desiderio di far accadere qualcosa insieme è stato un motore che ha macinato chilometri, ora non resta che far accadere l’happening.
Co-progettazione evento di inizio anno scolastico 2023-2024, Scuola Edile di Cremona
Nel corso degli anni la sfida si è ulteriormente evoluta. Non solo il progetto ha posto ancor più l’accento sull’esperienza del teatro e della musica come occasioni per dare voce e spazio alle nuove generazioni ma ha via via sostenuto le ricadute del laboratorio sul territorio. All’interno delle diverse scuole attivate sono nate progettualità estremamente feconde ed interessanti il cui esito finale, lo spettacolo, la performance sono diventate un’azione sul territorio agita dagli stessi ragazzi e ragazze e in gran parte dei casi da loro stessi progettati.
Il radicamento dei laboratori nelle scuole e nei territori delle esperienze si è fatto sempre più al centro. Il laboratorio è diventato una quarta parete da superare per mettere piede con la propria creatività nei luoghi della comunità. Sono nate nuove esigenze rimesse in gioco grazie alla flessibilità del format e alla capacità del progetto di rinnovarsi nelle comunità di pratica che lo attraversano. Nel 2018 il progetto si arricchisce della presenza delle Antenne Territoriali, enti e residenze artistiche che integrano lo svolgimento dei laboratori nelle scuole con attività di relazione con i territori. I territori e le Antenne si gemellano per una vicinanza alle scuole capace di sostenere ed affiancare le loro progettualità: la Residenza Artistica Multidisciplinare Ilinxiarium presidia i territori di Milano e Lodi; Teatro Periferico, Novara e Pavia; Residenza IDRA, Brescia e Bergamo; Mondovisione una macroarea che tiene insieme le province di Como, Sondrio, Lecco e Monza Brianza; sul territorio di Varese del Verbano-Cusio-Ossola c’è Karakorum Teatro; su Mantova e Cremona, Teatro Magro.
Può un dinosauro facilitare la partecipazione? Innovare insieme agli studenti
Istantanea 5
L’anno scolastico è appena iniziato, occorre diffondere la partenza del laboratorio di teatro nella scuola per reclutare nuovi partecipanti. Si riflette insieme al gruppo esistente su modalità e strategie da applicare. Una ragazza lancia un’idea: “E se mi vestissi da dinosauro e girassi per le classi?”. Di primo acchito si strabuzzano gli occhi e si cerca di capire meglio, è un’idea strana! No? Cosa c’entra un dinosauro? Ma ci si sofferma sull’obiettivo dell’azione e si decide di provare. Il dinosauro gira per le classi raccontando dell’esistenza del laboratorio ed invitando ad iscriversi. L’azione suscita curiosità nei ragazzi e nelle ragazze, attraversa il contesto scolastico con la sua originalità e si fa portatrice di un messaggio implicito che tocca le corde degli spettatori: far parte del laboratorio è divertente, ci si mette in gioco e si sta insieme. L’obiettivo si compie, nuovi dino-iscritti raggiungono il gruppo e si parte.
Inizio del laboratorio alla Fondazione Monsignor Giulio Parmigiani di Lecco a.s. 2022-2023
Oggi il progetto LAIVin tiene insieme una comunità di quasi 3.000 studenti, 150 tra docenti e operatori culturali e quasi 90 scuole.
La sfida è la partecipazione. LAIVin pone al centro l’importanza non solo di fornire agli studenti l’occasione di sviluppare e testare le proprie competenze artistiche, sociali, espressive, ma anche, e soprattutto, l’importanza di sostenere la loro agency a partire dai percorsi formativi che li vedono protagonisti. La partecipazione taglia trasversalmente pratiche educative, processi creativi, vita di comunità e cittadinanza democratica.
Caterina Satta, ricercatrice in Sociologia Generale presso il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’ateneo di Cagliari, precisa cosa si intende per agency: la “capacità di agire creativamente e di apportare cambiamenti nella società […] attraverso azioni individuali o collettive, che possono incidere sulle relazioni, sulle decisioni e sull’insieme degli assetti sociali” (Caterina Satta, Bambini e adulti: la nuova sociologia dell’infanzia, Carocci, 2012). L’agency ha a che vedere con il potere che i giovani, che rientrano tra le minoranze sociali, possono iniziare ad esercitare nei propri ambiti di vita. Operare in tal senso significa non solo favorire l’apprendimento delle competenze ma sperimentare metodologie che promuovano l’assunzione consapevole di un ruolo sociale, permettendo loro di avere voce in capitolo sulle condizioni strutturali del proprio apprendimento e della propria formazione.
Dare potere ai ragazzi e alle ragazze che frequentano i laboratori significa cambiare la prospettiva attraverso cui si leggono le relazioni, le competenze, lo stare insieme, è un cambiamento culturale che va continuamente curato e rinnovato.
Nota
l’autore dell’articolo in coerenza con il progetto presentato è rappresentato dai tre enti che ad oggi lo gestiscono.
Fondazione Cariplo. Dal 1991 si dedica alla filantropia attraverso le proprie risorse economiche, progettuali e professionali per incentivare e supportare la realizzazione di progetti che mettano al centro il bene comune, la crescita delle persone e l’interesse collettivo. Contrastare le disuguaglianze, specialmente sostenendo le fasce più fragili della popolazione, e promuovere la crescita economica e sociale del territorio costituiscono oggi i focus principali della missione della Fondazione. Da allora la Fondazione è impegnata nel creare valore e opportunità per le persone e le comunità del territorio, attraverso il sostegno a progetti nel campo dell’arte e cultura, dell’ambiente, del sociale e della ricerca scientifica. Ogni anno vengono realizzati mediamente più di 1000 progetti grazie ai contributi a fondo perduto concessi agli enti non-profit, distribuiti mediante bandi, erogazioni emblematiche, territoriali, istituzionali e patrocini, per un impegno di circa 150 milioni di euro.
Associazione ETRE. È una rete di enti culturali che operano in ambito teatrale e multidisciplinare, con sede in Lombardia. Nata nel 2008 in seno al progetto Etre promosso da Fondazione Cariplo, ad oggi comprende 14 realtà che articolano la propria attività su tutto il territorio della regione. L’associazione sostiene lo scambio di buone pratiche e la nascita di progettualità comuni tra i soci, accompagnandoli in un percorso di capacity building. Etre promuove inoltre lo sviluppo di relazioni e collaborazioni della rete a livello nazionale e internazionale, grazie alla partecipazione a diversi network, tra cui C.Re.S.Co., IETM ed EAIPA. Dal 2018, all’interno del progetto LAIVin, Etre si occupa di supervisionare la realizzazione del Festival LAIVin Action e cura le relazioni con gli enti del territorio.
Cooperativa Sociale Alchemilla. Nata dall’incontro di esperti in discipline differenti – drammaturgia di comunità, teatro, pedagogia, narrazione, comunicazione – Alchemilla promuove l’inclusione, la partecipazione delle nuove generazioni e lo sviluppo di comunità attive attraverso l’utilizzo delle arti performative. Nei progetti che realizza pone particolare attenzione alla promozione dell’autorialità individuale e collettiva dei giovani all’interno di processi di co-costruzione sociale. Grazie all’esperienza sviluppata negli anni, svolge attività di consulenza, supervisione e formazione circa l’utilizzo delle pratiche del teatro sociale nei diversi contesti scolastici. I professionisti che operano in Alchemilla hanno seguito i processi formativi e di tutoraggio del Progetto LAIV–Laboratorio di Arti Interpretative dal Vivo dall’avvio del progetto nel 2007.
Il Festival LAIVin è raccontato in un docufilm: Trailer “Il Magico Se”