L’idea di costituire una sezione dedicata al museo relazionale al CIAC (Centro internazionale per l’arte contemporanea Castello Colonna di Genazzano-Roma) nasce da una interessante raccolta di contributi europei su aspetti legati alle strategie di marketing e alle politiche di sviluppo delle istituzioni museali. L’obiettivo è quello di affermare un luogo di produzione artistica e culturale finalizzata alle relazioni sociali. Un luogo di esperienza conoscitiva, aggregazione sociale e interculturale, crescita civile e confronto con le istituzioni. Un luogo dove praticare l’esperienza della cittadinanza in uno scambio diretto tra cittadini e amministrazione. Per suscitare un’elaborazione soggettiva degli abitanti rispetto al contesto abitativo, che possa fornire delle indicazioni per la progettazione la riqualificazione e lo sviluppo del contesto abitativo e territoriale a tutela di un patrimonio comune. Inoltre, attraverso i laboratori partecipativi, individuare quelle metodiche che possano portare un elevato livello di condivisione e un elevato standard di democrazia nelle decisioni raggiunte, sostenute e rese esecutive dall’amministrazione.
Sempre più numerosi sono i casi in cui i musei d’arte diventano vettori per eccellenza dell’immagine attrattiva di una città, ingredienti fondamentali nelle politiche di marketing territoriale, fattori-chiave di rivitalizzazione socio-economica e di rilancio turistico-culturale e, non ultimo, strumenti di sviluppo di una politica urbana e di un’idea di cittadinanza.1
Ma soprattutto, è per cercare di rispondere con la pratica a queste domande:
Qual è lo spazio consentito ad un agire politico che non sia solo angusta difesa degli interessi materiali o rituale comportamento elettorale?2
I nuovi ruoli assunti dai diversi soggetti pubblici e privati nelle fasi di progetto, di decisione e di attuazione hanno prodotto nuove forme di democrazia?3
Cosa sono effettivamente in grado di essere e di fare le persone? Quali sono le reali opportunità a loro disposizione?4
Nell’Agosto 2012 si inaugura PIL Prodotto Interamente Locale, il primo laboratorio proposto dal Museo Relazionale. L’obiettivo è quello di coinvolgere i cittadini, l’amministrazione, le attività produttive di Genazzano, a partecipare ad una serie di eventi che possano produrre risultati economici che, anche seppur modesti, possono indicare che un’altra economia è possibile. Non più produrre PIL per profitto personale, ma produrre PIL per un bene comune. Una agricoltura partecipata che attraverso il contributo dei tanti cittadini che hanno donato pomodori, olive e uva, ha reso possibile imbottigliare: passata di pomodoro, olio extra vergine d’oliva e vino cacchione. Il ricavato dalla vendita di questi prodotti verrà utilizzato per realizzare un’opera pensata e costruita insieme che rimarrà come bene comune a Genazzano.
Etichetta Cacchione di Matteo Fraterno, 2012
Live, omaggio a Joseph Beuys
Etichetta Pummidoro di Mario Ricci, 2012
Hanno partecipato al bene comune con la raccolta delle live: Giacomo Ceccobelli, Margherita Coluccini, Luigi Cecconi, Luigi Di Marco, Fiore Domenico Iadicicco, Paola Gionne, Gilberto Ripanti, Marcello Ciarloni, Alvaro Lucci, Luigi Orzilli, Massimo Minna, Davide Cecconi, Fernando Bosca, Bernardino Cutarelli, Roberto Corridori, Luigi Barbier, Giorgio Lucci, Aldo D’attilia, Massimo Cocaina, Franco Di Marco, Aldo Innocenzi.
Pubbliche Relazioni: Massimo Cocaina
Frantoio: Cantina Sociale Genazzano
Etichetta: Omaggio a Joseph Beuys
Hanno Partecipato al bene comune con la vendemmia di Cacchione:
Antonio Cerruti, Arcangelo Felici, Luigi Nanni, Emilio Zazza, Mario Benemeglio, Franco Di Marco, Massimo Cocaina, Aldo D’attilia, Vinicio Di Marco, Otello Margognoni, Livio Perini, Alvaro Lucci, Centro Diurno, Zagarolo Elena, Antonelli Claudio Pisano, Eleonora Minna, Aldo Innocenzi.
Pubbliche Relazioni: Massimo Cocaina
Cantina: Franco Di Marco
Etichetta: Matteo Fraterno
Hanno partecipato al bene comune con la passata di Pummidoro:
Agostino Lucci, La Sonnina, azienda agricola Livio Perini, Terremoto ristorante, Fausta Ricci, Franco Di Marco, Vittorio Schiavella, Cantina Sociale Genazzano, Fiorenzo Vicari, Pasta all’uovo da Nonita, Antico forno Sant’Andrea, Vinicola Schiavella, Nicolina Palumbo, Antico forno San Giovanni, Giampiero Raganelli, Franco Giumento, Gino Panepuccia, Pino Cefaro, Massimo Santandrea, Mariella e Virgilio Ambrosini, Alvaro Lucci, Luigi Moretti, Clara D’Amico, Nella Schiavella, Natallia Sitkevich, Massimo Cocaina, Elena Antonelli, Elisa Barbier, Caudio Libero Pisano, Aldo Innocenzi, Eleonora Minna, Aldo D’Attilia, Lorenzo Romito, Giulia Fiocca Alessandra Tolfa, Paolo Andreani, Filomena Panepuccia, Francesca Brigida, Francesco De Paolis Appio Marsella, Teresa Ricci, Anselm Yappe, Mario Ricci, Luigina Camicia, Nazzareno Gasbarra.
Pubbliche Relazioni: Massimo Cocaina
Etichetta: Mario Ricci
Ma è sulla domanda più difficile da rispondere
In che modo può essere costruita la nostra società?
che si inaugura ad Aprile 2013 La Questione Sociale. “I visitatori dell’Esposizione universale di Parigi del 1900 avevano da faticare per trovare il pezzo più strabiliante in mostra. L’esposizione si estendeva su tutta l’area dei giardini Champ de Mars, all’ombra della torre Eiffel, dipinta di un giallo squillante; ai suoi piedi, i padiglioni esponevano le ultime novità in fatto di water e sciacquoni, fucili a ripetizione e telai automatici. Nel grande spazio aperto, l’ufficialità celebrava “il trionfo dell’industria e dell’impero”, ma fuori vista, in una strada laterale, si svolgeva una mostra parallela, che faceva il punto sui problemi nati da quel trionfo. Gli organizzatori dell’esposizione avevano intitolato quello spazio parallelo Musèe Social, una sorta di Louvre del lavoro, volto a mostrare come il capitalismo ottiene i suoi prodotti. Gli espositori gli davano un nome diverso, chiamavano quello spazio la question sociale”.5
L’obiettivo del Museo Relazionale è quello di proporre una mostra coinvolgendo gli attori principali della nostra società. Raccontare attraverso attività di ricerca e lavoro quotidiano come funziona oggi il nostro sistema sociale. Far incontrare quelle attività (scuola, servizi sociali, associazionismo, urbanistica, sindacati, immigrazione) per avviare una collaborazione aperta, radicata sul territorio, liberamente costruita dal basso, che possa elaborare una risposta a quella domanda fondamentale in che modo può essere costruita la nostra società? E soprattutto oggi come meglio può essere finanziato il nostro sistema sociale? Come meglio può essere pensato per soddisfare e tutelare i bisogni dei cittadini?
Sempre più numerosi sono gli artisti, che con forme e sensibilità diverse, dall’arte relazionale all’arte pubblica alla social art, si occupano della sfera dei rapporti umani, spingendosi a forme di attivismo che coinvolgendo la cittadinanza e le istituzioni tentano di collaborare insieme per costruire un modello di società partecipata e condivisa.
La mostra sarà organizzata sul modello del work in progress, in modo che il materiale prodotto (audio, video, foto, documenti, mappe) da ogni attività di ricerca formata da ricercatori, artisti, cittadini, sarà poi interpretata e raccontata da mappe tematiche.
Per favorire il dibattito e lo scambio durante il periodo della mostra, verranno organizzati degli incontri. Il risultato infine, dovrà produrre una proposta condivisa da presentare alle istituzioni.
La mostra conterrà inoltre le opere di quegli artisti che hanno lavorato su questi temi.
Al momento hanno aderito al progetto
Lorenzo Romito (CO.CO.ME.RO Confederazione delle Comunità Metropolitane Romane.(http://www.ilcocomero.wordpress.com), Francesco Careri (www.articiviche.net), Elena Antonelli (Servizi Sociali), Massimiliano Fiorucci (Immigrazione), Amalia Lavinia Rizzo (Scuola), U.S.B. unione sindacale di base(www.usb.it), Matteo Fraterno(in-differenziati, Athina 2012, su www.roots-routes.org), Aldo Innocenzi (mappa della povertà).
www.museorelazionale.wordpress.com
museorelazionale@gmail.com
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1 S. Bodo (a cura di), Il museo relazionale. Riflessioni ed esperienze europee. Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, 2003.
2 H. Arendt, Vita activa, Bompiani, 1988.
3 C. Tidore, Processi partecipativi nel governo del territorio, Franco angeli, 2009.
4 M.C. Nussbaum, Creare capacità, Liberarsi dalla dittatura del Pil, Il Mulino, 2012.
5 R. Sennett, Insieme, Feltrinelli, 2012.
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Aldo Innocenzi nasce nel 1964 a Roma, dove risiede e lavora. Nel 1995 è tra i fondatori di Stalker/On. Il suo lavoro è centrato sulla realizzazione di situazioni, che possano favorire dei cambiamenti nel tessuto urbano. Attraverso una progettazione partecipata e condivisa, che riqualifichi gli spazi le relazioni la pratica politica. Tra i suoi lavori: Stalker attraverso i territori dell’attuale (Roma,1995), Ararat-Campo Boario (Roma, 1999-2002), Immaginare Corviale (Roma, 2004-2006), Savorengo ker(Roma, 2008-2009), Museo Relazionale (Genazzano, 2012).