§Fare Mondi.
Tra ricerca e fabulazione
La coreografia delle proteste nel lavoro di River Sisters
di Anja Dimitrijević

Introduzione

River Sisters è un collettivo di donne attiviste e artiste, nato nel 2018 in Polonia con l’obiettivo di salvaguardare il fiume Vistola, il più lungo del Paese. River Sisters è stato fondato dall’artista Cecylia Malik, in collaborazione con Anna Grajewska, Agata Bargiel e Aga Miłogrodzka. Progressivamente nel tempo, si sono interessate alle problematiche anche di altri fiumi nazionali. Oggi nei loro lavori ogni membro del collettivo rappresenta un fiume del Paese, dando voce alle sue necessità e alla sua tutela. I primi interventi del collettivo si sono sviluppati sotto forma di happening,  in risposta all’urgenza della crisi climatica e all’impatto umano sulle reti idriche e differenti corpi d’acqua. Il progetto ha guadagnato visibilità trasformandosi in una comunità attiva nell’arte e nell’ecologia. Attraverso un ampio ventaglio di iniziative tra cui campagne sociali, happening, azioni di protesta, laboratori e mostre artistiche, il collettivo è diventato un importante punto di riferimento nell’attivismo ambientale e artistico. 

Malik organizza i progetti intorno ai fiumi polacchi, visti come le “vene fluide” del paese, che stanno subendo trasformazioni rapide dovute ai regimi di controllo e alle politiche sui diritti. Gli happening ideati agiscono come strumenti per monitorare lo stato attuale dei fiumi e si trasformano in appelli per il cambiamento. La protesta, in questo contesto, diventa una metodologia espansiva che intreccia studi sulla performance e attivismo politico, creando un dialogo tra creatività e impegno per la giustizia ambientale. 

Il ciclo idrologico è andato fuori equilibrio per la prima volta nella storia dell’umanità (Paddleson L., 2024). È necessario un intervento globale urgente per conservare le risorse idriche, fermando qualsiasi distruzione degli ecosistemi da cui dipende l’acqua dolce. Se la tendenza della governance globale è concentrata principalmente sulla cosiddetta “acqua blu” (quella che costituisce i fiumi, i laghi e i mari) è importante sottolineare che è stata da tempo trascurata quella riconosciuta come “acqua verde” (immagazzinata nell’umidità di suolo e nella vegetazione), che torna nell’atmosfera tramite l’evaporazione e la traspirazione. Con la perdita dell’umidità nel suolo, si è accelerato il surriscaldamento e la perdita di biodiversità.

Questo allarme è stato confermato a ottobre del 2024 dalla Commissione Globale sull’Economia dell’Acqua che prospetta un futuro preoccupante per il raggiungimento di una società equa e sostenibile per tuttx, mentre i disastri legati all’acqua diventano sempre più frequenti dappertutto nel mondo. In questo contesto, il collettivo polacco River Sisters si è impegnato per anni cercando di aumentare la consapevolezza e l’opinione pubblica sull’importanza e necessità di proteggere i fiumi (e i boschi) con l’obiettivo di ripristinare il ciclo idrico naturale.

La ricerca di Cecylia Malik ha avuto inizio oltre un decennio fa, quando le questioni ambientali non erano ancora al centro del dibattito artistico come temi urgenti e/o sociali. Un riferimento chiave sul quale si basa la sua ricerca è la “Dichiarazione universale dei diritti fluviali”. Questo documento delinea i principi fondamentali per proteggere i fiumi come entità viventi, sottolineando i loro diritti a scorrere liberamente, essere privi di inquinamento, sostenere la biodiversità ed essere ripristinati. Questo documento sottolinea il valore ecologico e culturale dei fiumi, promuovendo il loro riconoscimento legale e la loro protezione, anche attraverso rappresentanti legali indipendenti, spesso includendo rappresentanti indigeni. Le Nazioni Unite supportano tali principi esortando i governi ad adottare pratiche di gestione sostenibile e implementare politiche finanziarie per preservare la salute degli ecosistemi idrici. Queste misure mirano a ristabilire un equilibrio con la natura, integrando al contempo i diritti sociali, ambientali e indigeni.  

La ricerca artistica di River Sisters pensa al collettivo in una modalità ampia e più-che-umana, diventando un esempio di prassi creativa che “pensa con l’acqua” (Neimanis A. 2012), cercando di comprenderne a fondo i suoi ritmi e le dinamiche. Gli happening di River Sisters attraggono un vasto pubblico grazie alle iniziative coinvolgenti come workshop, lezioni di canto ed eventi sportivi, tra cui il sup o il canottaggio. La loro sperimentazione artistica è sempre pensata in forma di proteste e talvolta, in dialoghi diretti con i rappresentanti politici locali. Questo contributo vuole considerare, in particolare tre progetti per la loro dimensione performativa e per la capacità di mobilitare le comunità: Fashion for Rivers. Sfilate per il cambiamento (2019), Sollievo per il fiume Varta. Scenari di resistenza (2023) e Sposalizio di Venezia con la sua Laguna. Futuri possibili (2024).
Le opere del collettivo offrono una serie di toolkit che combinano elementi pratici e poetici per riconciliare azione e immaginazione, affrontando le sfide sociali e ambientali con approcci innovativi. Parallelamente il collettivo si impegna nella difesa della giustizia sociale e ambientale, adottando una pratica fortemente orientata alla comunità. In questa prospettiva i loro progetti indagano espressione corporea, ironia e protesta che diventano mezzi artistici per mettere in discussione il sistema e promuovere il cambiamento.

foto credit: Bogdan Krezel

1.1 Fashion for Rivers (2019). Sfilate per il cambiamento

Fashion for Rivers è un progetto nato nel 2019. Il collettivo ha percorso il fiume Vistola, il più lungo della Polonia, da Cracovia a Danzica, in una barca tradizionale percorrendo in totale circa 500 km. Durante questo viaggio, il collettivo ha organizzato sfilate di moda in diverse tappe. Esse mettevano in mostra una particolare collezione di costumi da bagno, tutti ricamati con slogan per la salvaguardia dei fiumi. I costumi, acquistati nei negozi dell’usato di seconda mano, sono stati indossati dalle/dai partecipanti durante questi eventi, trasformandoli in feste-proteste per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela fluviale e invitando il pubblico a partecipare attivamente alla protesta.

L’obiettivo principale della protesta era quello di mettere in evidenza i rischi rispetto alla gestione dei fiumi e confrontarli con i benefici sociali derivanti dai fiumi liberi. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Greenmind Foundation, che si occupa della protezione legale dei fiumi, ha incluso la distribuzione di opuscoli informativi. Sin dall’inizio, sono state coinvolte tantissime persone in vari workshop, dalla creazione dei costumi ricamati alla partecipazione alle sfilate. L’obiettivo era quello di sfidare l’approccio antropocentrico in modo giocoso attraverso la forma degli happening documentati, per creare strumenti per progetti futuri. Un elemento distintivo è stato l’approccio inclusivo nella selezione delle partecipanti, che non si conformava ai canoni estetici delle sfilate mainstream, spesso incentrati su corpi magri. Questo approccio ha permesso di includere una varietà di forme corporee, creando una diversità visibile e sentimento positivo. Inizialmente, moltx partecipanti hanno mostrato una certa timidezza nell’indossare i costumi, ma con il progredire delle attività laboratoriali, questa incertezza si è trasformata in entusiasmo, grazie ad un ambiente che incoraggiava la libertà di espressione e l’accettazione di sé. Il primo passo è stato quello di creare un manifesto frammentato e agito dalle persone che indossavano costumi da bagno, e ricreando i segnali stradali con i nomi dei fiumi, seguito dall’attivazione di questo messaggio tramite il corpo collettivo, invitando a riflettere sul futuro. 

Il culmine della sfilata è stato raggiunto quando le River Sisters, indossando questi costumi da bagno, si sono presentate al Ministero dell’Economia Marittima e della Navigazione Interna della Polonia, per lanciare l’appello urgente sulla protezione dei fiumi. Con questa azione hanno richiesto un intervento deciso per salvaguardare i corsi d’acqua del paese, utilizzando il loro abbigliamento e la manifestazione stessa come strumenti di protesta e sensibilizzazione. A seguito della loro visita, il Ministro si è dimostrato interessato al dialogo, e questo loro gesto ha attirato attenzione da parte dei giornali locali e nazionali che hanno pubblicato articoli sull’iniziativa, pubblicando anche il testo distribuito nell’opuscolo della Greenmind Foundation.

foto credit: Stanisław Barański

1.2. Sollievo per il fiume Varta (2023). Scenari di resistenza

Il progetto Sollievo per il fiume Varta affronta un problema poco noto. Varta è il terzo fiume più lungo della Polonia ciononostante, il bacino idrico rappresenta una delle regioni con la maggiore scarsità d’acqua anche a causa della presenza di  circa 150 centrali idroelettriche. Malik per questo progetto ha avuto l’idea di coinvolgere una comunità di donne, uomini, bambine e bambini, creando insieme costumi scenografici che assomigliano alle ali degli uccelli in estinzione. Indossando questi costumi e praticando il sup (stand up paddle boarding) hanno navigato una parte del fiume Varta, documentando l’emergenza ecologica in un breve documentario. L’idea dei costumi, in verità, trae ispirazione anche dalla scultura dei guerrieri ussari alati del Museo Nazionale di Cracovia, celebri per la storica vittoria della “Battaglia di Kłuszyn” (1610). Questa potente immagine simbolica richiama un altro suo progetto, Polish Mothers on Stumps, evidenziando l’uso del simbolismo semiotico per mobilitare l’attenzione pubblica.

«The first, Polish Mothers on Stumps, came out of Malik’s personal frustration and grief as she watched the remorseless felling of trees in Krakow’s parks and alleys. Having recently given birth to her son, Malik asked her husband to take photographs of her, simply sitting on the stump of a recently felled tree, breastfeeding their son. That image suddenly became an ecofeminist Madonna. So it began what soon expanded into a major collective project of activist interventionist art as other women followed her lead and staged similar breastfeeding protests across. Polish Mothers became a collective of its own, one that now initiates such other projects as River Sister» (Bakhmetyeve T., 2021).

Se Polish Mothers on Stumps agisce come una pratica performativa che rimette in azione in un’ottica politica i gesti del passato o dell’appena accaduto (deforestazione, abbattimento degli alberi), in Sollievo per Varta il movimento si combina con una pratica scenografica per immaginare gli scenari futuri. Questo passaggio dall’azione che guarda il passato, alla visione del domani, utilizzando la forma dell’happening e del genere documentaristico per sensibilizzare e ispirare, trasforma il gesto artistico in uno strumento per ridefinire il rapporto tra umanità e ambiente.

foto credit: Cecylia Malik

«In the process, Mallik’s activism and that of the other ecofeminists- emerges as a form of resistance not only to the ongoing assault on green spaces but also to the assault on democratic spaces as Europe slides to the right and Eastern European countries in particular witness attacks on women’s reproductive rights and clamorous calls for their return to traditional domestic roles. Malik’s interventionist art rewrites the cultural codes of women’s bodies defined as passive, confined to domestic spaces, and bound by reproductive expectations. Instead, women’s bodies in Malik’s art position themselves as active agents who embrace their otherness and push it towards alliances with the non-human world, in the process of becoming unsuitable for the ideological reproduction of traditional motherhood and femininity» (Bakhmetyeve T., 2021).

In un momento in cui gli spazi democratici si riducono a ritmi accelerati, Malik si concentra a dare voce agli ecosistemi fragili. Attraverso le sue azioni artistiche, ricorda non solo i fiumi polacchi della sua infanzia, ma anche altri corsi d’acqua, creando un legame tra territori e memorie e aprendo un discorso sulla necessità condivisa di protezione globale delle risorse naturali. In questo contesto, Malik esplora e cerca di restare a contatto con il problema (Haraway, 2016), prendendo in prestito metodi dalla letteratura e dall’arte, e applicandoli nella vita.  

Restare a contatto con il problema richiede la capacità di generare parentele di natura imprevista. Questo significa aprirsi a collaborazioni e combinazioni inaspettate, essere pronti a far parte di caldi cumuli di compost (Haraway, 2016).

1.3. Sposalizio del mare (2024). Futuri possibili

Durante eventi come “Confluence of European Water Bodies” e il campus “Mountain Flow-Deep Ecology and Rights of Nature”, organizzato a Venezia in vari luoghi e sul Grave di Ciano a inizio ottobre 2024, da Centre for Environmental Humanities (NICHE- Ca Foscari), Thyssen Bornemisza Art Contemporary Academy (TBA21-Academy), Unione Buddista Italiana, Embassy of the Northern Sea, Global Alliance of the Right of Nature, insieme ad altri partner. Il collettivo ha coinvolto i/le partecipanti in progetti collaborativi, come la creazione di bandiere per rappresentare i diritti dei fiumi, delle lagune e dei mari. L’apice di questa attività è stato un nuovo progetto intitolato Sposalizio di Venezia con la sua Laguna, ispirato al rituale tradizionale Sposalizio del mare e su invito di uno degli autori del progetto generale, Pietro Consolandi ( Ca’ Foscari NICHE/ TBA21 -Academy). Il rituale dello Sposalizio del mare celebra simbolicamente l’unione tra la città e il mare, ma anche la dominazione di Venezia sulla natura. Durante la cerimonia, viene gettato l’anello benedetto nel mare da parte del sindaco di Venezia, rinnovando così il legame eterno. Questo gesto rappresenta sia l’armonia simbolica con il mare sia la volontà di dominio sull’ambiente naturale che ha sostenuto il suo potere e la sua prosperità. Invece, nella performance ideata da River Sisters con altri partner, il rituale viene reinterpretato, ridefinendo simbolicamente il legame tra la città e il suo ambiente, enfatizzando una relazione più equa tra la laguna e il mare. Il rituale ha coinvolto un attivista storico e titolare di un associazione canoistica (Arcobaleno) Tito Pamio, e includeva una performance musicale cantata nella chiesa di San Lorenzo, che poi si è spostata sul canale omonimo, esponendo come da loro tradizione i segnali stradali con i nomi dei fiumi e le bandiere con i simboli della laguna, dei fiumi e i mari. Questo è stato il loro primo progetto che ha coinvolto una collaborazione internazionale, con il desiderio di creare una piattaforma futura che coinvolgerebbe Venezia e il suo arcipelago.

Conclusione

In Polonia esiste una rete fluviale vasta e complessa composta da circa 150.000 fiumi e torrenti, di cui 26.000 superano i 10 km di lunghezza. Questi corsi d’acqua, con caratteristiche uniche determinate dalla geografia, dal terreno e dall’impatto umano, influenzano profondamente la biodiversità, il clima e l’economia, rivestendo ruoli cruciali nell’irrigazione, nell’approvvigionamento idrico, nella produzione di energia e nei trasporti.

Il collettivo River Sister ci ricorda che la natura esiste in un flusso costante e interconnesso, e ci dimostra vari esempi e prospettive sui modi di rapportarci con l’ambiente. Nella loro impresa della difesa dei fiumi, è utile ricordare che il regolamento europeo Natura 2000 rappresenta un documento fondamentale sul quale si basa la loro azione artistica.

«Coexistence with nature requires prior understanding of the impact of our behavior has upon it, understanding of the symbiotic relationship between planet Earth with its inhabitants. Sustainability and conservation need to be regarded as ends in themselves then. As its youngest occupants, we need to take ownership of the fact that nature’s economy doesn’t take money as its currency. No, its currency is life, human and non-human alike» (Barbereau T., Dignam J., 2020).

Eventi come lo Sposalizio della Laguna dimostrano la capacità di reinterpretare rituali storici per sottolineare l’urgenza di un nuovo equilibrio tra umanità e natura, che va oltre i confini nazionali. Questo approccio, che unisce arte, performance, politica ed ecologia, apre la strada a un dialogo necessario e trasformativo sul nostro rapporto con l’ambiente.

Bibliografia

Bakhmetyeve T., Ecofeminism and the Carnivalesque: The Art of Cecylia Malik and the Spatial Politics of Women’s Environmental Activism, in «Feminist Formations», Johns Hopkins University Press, Volume 33, Issue 2, Summer 2021.
Barad K., Performatività della natura, Edizioni ETS, 2017.
Barbereau T., Dignam J. Coexist Jointly Together, Slanter Publisher, 2020
Chen C., MacLeod J., Neimanis A., Thinking with Water, McGill-Queen’s University Press, 2013.
Dunne F., Raby A., Speculative Everything, Design, Fiction, and Social Dreaming, MIT Press, 2013.
Haraway D., Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Duke University Press, 2016.
Oswald A., Dart, Faber & Faber, 2003.
Tsing A. L., The Mushroom at the End of the World: On the Possibility of Life in Capitalist Ruins, Princeton University Press, 2015.

 

Sitografia

Confluence of European Bodies, Manifesto, link.
Confluence of European Water Bodies, Venice, Italy, 3 ottobre 2024, link.
Malik C., in «Culture.pl.», link.
Paddleson L., The System that moves water is off balance for the first time in human history, in «Cnn Climate»,  link.
Alluvione in Emilia-Romagna: piogge record, fiumi e corsi d’acqua esondati, in Ispra ambiente, link.
The Economics of Water: Valuing the Hydrological Cycle as a Global Common Good, report, link.
Szyprowska Głodzik I., The largest rivers in Poland: the longest and deepest,  in «Wodnesprawy.pl», link.
River Sisters, Fondazione Greenmind, Towarzystwa Przyjaciół Słońska Unitis Viribus, Happening Odsiecz dla Warty, Słońsk 2023, video file, 6 novembre 2023, 08:21 min, link.
Antzak Gorka B., Disappearance of the Warta River bifurcation in the southern section of the Poznan gap during the late Vistulian, 1995, link.
ONU Italia, Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie, link
The Universal Declaration of the Rights of the Rivers, «Earth Law Center», 2017,  link.

Anja Dimitrijević, è membro dell’unità di ricerca PerLa – Performance Epistemologies Research Lab, guidata dalla prof.ssa Annalisa Sacchi, che si focalizza sulle epistemologie della performance, le teorie critiche nella produzione di conoscenza, con un’attenzione alle tensioni estetiche e politiche della scena contemporanea. Anja attualmente lavora nella progettazione e coordinamento del corso di laurea magistrale in Teatro e Arti Performative all’Università Iuav di Venezia. Dal 2018, è anche parte di un collettivo interdisciplinare Confluenze, che esplora la laguna di Venezia con performance, video e riflessioni critiche su conflitti ecologici, urbanistici e politici.