Intervista alle referenti museali Irene Innocente, Francesca Serafini e Valentina Spinoso

§Adolescenze
Intervista alle referenti museali
Irene Innocente, Francesca Serafini e Valentina Spinoso

Trattandosi di un progetto sperimentale, innovativo nei formati e nelle pratiche, in quale modo ha trasformato i vostri approcci ordinari legate all’educazione museale per le scuole?

FS: Pensando alle esperienze passate del Museo del Tessuto, Prato Comunità Educante ha permesso di uscire dalla modalità scolastica, ovvero proporre attività laboratoriali capaci di poter avvicinare ә utenti a quelle che sono le realtà tecnologiche e artistiche delle nostre collezioni. Poter sperimentare azioni dai tagli più trasversali ed empatici ha valorizzato ancora di più la bellezza interiore di ogni partecipante. Abbiamo lavorato sulle potenzialità espressive del corpo, mettendo in dialogo con le opere presenti nelle sale. Come ad esempio, quando abbiamo sperimentato una serie di esercizi all’interno della mostra su una collezione di kimono, è scattata una forte connessione tra i movimenti dellә ragazzә, ispirati dai pattern presenti sui manufatti, e l’ambiente e әi visitatorә: si percepiva da un lato una libertà espressiva (ragazzә) e dall’altra una nuova modalità di avvicinarsi alle opere (pubblico adulto durante l’esperienza). 

II: Solitamente le attività dedicate alle scuole si svolgono in orario scolastico e hanno formati brevi, con la visita che ha una durata di circa un’ora e le visite laboratoriali che hanno una durata di circa due ore. Questa modalità permette di creare un’esperienza che si discosta da quella scolastica per obiettivi e metodologie, incentivando il dialogo in assenza di giudizio, l’espressione della creatività e del pensiero critico, l’uso del corpo, ma non consente di approfondire la conoscenza della classe. In passato i percorsi PCTO e alcuni progetti speciali dedicati alla lotta alla dispersione scolastica portati avanti dal Centro Pecci (realizzati sia in orario scolastico che extrascolastico) hanno permesso maggior interazione e una conoscenza meno puntuale di studentesse e studenti, tuttavia il progetto Prato Comunità Educante per la sua ampiezza e l’approccio empatico ha fatto emergere la necessità di creare un’opportunità educativa continuativa per la fascia dellə adolescenti, che possa accogliere situazioni di fragilità. Per questo motivo, il Dipartimento Educazione del Centro Pecci insieme all’Unità Funzionale Infanzia e Adolescenza della USL Toscana Centro hanno progettato un servizio tanto innovativo quanto necessario, un Laboratorio di Attività Espressive a cadenza settimanale condotto da arteterapeutə e artistə, che partirà nei prossimi mesi grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, estendendo anche a questa fascia d’età l’esperienza maturata nel Laboratorio d’arte al Centro Pecci in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale Adulti, che nel 2023 festeggia i 30 anni di attività.

VS: Il progetto ha permesso di aprire nuove orizzonti, farsi nuove domande, aprire nuove strade, creare nuove connessioni, collegamenti e legami tra l’arte, la storia, il patrimonio come bene comune (della comunità presente e futura), concetti cardine del museo, e la sfera motivazionale ed emotiva dellə studentə che nella scuola vivono gran parte del loro tempo e condividono i loro spazi con altri, proponendo di attivare un nuovo rapporto tra scuola e museo. Le conseguenze del periodo pandemico hanno accentuato delle condizioni di malessere psicologico e motivazionale creando nuovi scenari da conoscere e comprendere. In questa direzione, le strategie messe in atto hanno portato al capovolgimento dei ruoli, dando l’opportunità di rileggere il museo trattando tematiche che sono emerse in fase di progettazione con lə studentə. Il tema del POTERE, affrontato al Museo di Palazzo Pretorio, museo civico che grazie alla sua collezione permanente racconta la storia della città, ha condotto tuttə lə partecipanti a fare nuove esperienze rendendosi cittadinə attivə della loro comunità.

Rispetto ad altri progetti dedicati alla lotta contro la dispersione scolastica e per l’inclusione, come si è sviluppato Prato Comunità Educante?

II: Consapevole del ruolo giocato dal museo nella comunità educante di riferimento e dell’impatto che arte e creatività hanno per l’educazione informale e l’integrazione sociale, il Centro Pecci ha promosso negli anni progetti contro la povertà educativa e la dispersione scolastica, e per l’inclusione di giovani cosiddetti “drop-out” e “NEET”, portando avanti con successo i progetti: Sperimento l’arte (fin. MIUR-MiBACT, 2017), Caleidoscopio|Sguardi cangianti (come capofila, fin. MiBACT, 2018-19), Vagabondi Efficaci.Seminare cultura per crescere insieme (fin. Con I Bambini, 2019-21), Ciel’InCittà (fin. Con I Bambini, in corso). Nel corso dei progetti si è andata a delineare la necessità di creare un’alleanza strutturata e duratura con lə docenti per permettere a studentesse e studenti anche provenienti da altre Regioni o Paesi di conoscere le risorse del territorio e poter usufruire dell’offerta culturale e formativa che luoghi come musei possono assicurare. La relazione con le scuole del territorio non si è interrotta nemmeno nel periodo di emergenza covid-19, nel quale i musei della rete Pratomusei hanno portato avanti il progetto Cantiere Digitale Scuola-Museo (fin.Regione Toscana, 2020-22) che ha permesso di mantenere aperti i canali di collaborazione con lə insegnanti nelle varie fasi pandemiche. Il dialogo costante con ə docenti ha permesso di individuare un bisogno concreto specifico del territorio pratese, ovvero l’esigenza dellə studentə di origine straniera per un apprendimento della lingua italiana che passi attraverso un approccio più visuale e creativo, nel quale i musei possono avere un ruolo importante: nell’a.s. 2021-22 il Centro Pecci e Pane e rose hanno quindi ideato e sperimentato con successo il progetto ALC-ART per l’apprendimento dell’Italiano L2 attraverso l’arte con laboratori in classe e al museo, co-progettati da facilitatorə linguisticə, educatorə museali e insegnanti, ibridando le rispettive metodologie della mediazione linguistica, dell’apprendimento cooperativo e dell’educazione museale attiva.
Rispetto ai progetti precedenti, nell’ambito del progetto Prato Comunità Educante il dialogo diretto con le studentesse e studenti ha permesso di orientare le riflessioni del team di lavoro e le azioni concrete al bisogno emerso daə stessə destinatarə di comprendere e formare lə studentə come persone, con attività meno legate agli apprendimenti formali. 

FS: Tra il 2020 e il 2022, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena  sono state sviluppate azioni pilota per il coinvolgimento nella  vita culturale del Museo del Tessuto di cittadinə e famiglie espressione di alcune comunità straniere particolarmente presenti sul territorio pratese, come quelle albanese, cinese, marocchina e pakistana. Un grosso contributo è stato dato da alcune scuole del territorio con la realizzazione di prodotti digitali consultabili sul sito del Museo alla pagina web.

VS: Il Museo di Palazzo Pretorio dalla sua riapertura al pubblico nel 2014 è sensibile e attento alle tematiche che riguardano l’accessibilità e l’inclusione. Sin dal 2016 Il Museo, in collaborazione con CoopCulture, ha elaborato un progetto per permettere una fruizione dei servizi pienamente accessibile per le sue opere più importanti e ha realizzato schede che utilizzano il LINGUAGGIO CAA – Comunicazione Alternativa Aumentativa.
Dal 2019 il Museo aderisce al progetto Prato Autism Friendly promosso dal Comune di Prato e, attraverso la formazione specifica del personale, è pronto a rendere accogliente e accessibile la visita. Nel 2021 in collaborazione con la Fondazione Onlus Opera Santa Rita, viene realizzata A.R.T.E. Guida per tutti. La “Guida per tutti” è stata pensata e progettata dallə ragazzə che frequentano il Centro Silvio Politano – Fondazione Onlus Opera Santa Rita, sia dal punto di vista grafico che nei contenuti, e rappresenta un prodotto di comunicazione e di diffusione del patrimonio culturale nato dalla loro esperienza diretta e dalla partecipazione attiva.
Nel 2023 il Museo di Palazzo Pretorio partecipa al progetto Embrace (Empowering Migrants to Be Representative Actors in Community Engagement) che promuove la partecipazione politica e la cittadinanza attiva dellə cittadinə con background migratorio.

Come avete affrontato la fase di progettazione? 

Partendo dalle esigenze che abbiamo raccolto durante gli incontri con lə ragazzə, abbiamo impostato un percorso ben strutturato in più incontri nei tre musei e in classe. Non sempre facile, in fase di co-progettazione, trovare la soluzione ideale perchè talvolta le modalità del progetto erano differenti. Abituate  a pianificare in tempi molto stretti le attività, ci siamo trovate a rallentare le nostre azioni e a farci coinvolgere dalla sensibilità dell’artista, capace di raccogliere-sedimentare-rielaborare le idee in  tempi più dilatati. L’elemento temporale, che permette di  entrare in profondità nei singoli progetti, potrebbe essere un punto di partenza anche per l’educazione museale, abituata ritmi concitati e ad una “corsa ad ostacoli”.

Indirizzandosi a un pubblico di ragazze e ragazzi dai 12 ai 18 anni, il progetto è stato strutturato in momenti diversificati, fuori e dentro la scuola, in orario scolastico ed extrascolastico; come è stata la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi nei vari momenti? 

Lə ragazzə che hanno partecipato alla prima fase degli incontri a partecipazione volontaria trovandosi in ambienti come i musei e con una modalità peer-to-peer, hanno dato un grosso contributo con le loro osservazioni per impostare la fase progettuale: come se fossero stati dei piccoli fari che illuminavano un mare agitato.
Invece ə studentə delle classi coinvolte, a secondo della fascia d’età e dal rapporto instaurato con ə docenti coordinatorə del progetto, hanno manifestato un atteggiamento altalenante: chi ha reagito alle nostre provocazioni in maniera attiva e propositiva, chi invece non abituatə o incline a queste modalità nell’ambiente scolastico, ha evidenziato perplessità sulle azioni del progetto.
Il gruppo di adolescenti che ha partecipato invece al Campus estivo, svincolato dalle dinamiche del giudizio scolastico e dalla presenza del docente, ha chiaramente fatto emergere la parte più genuina e sensibile di ogni singolə ragazzə. Più i giorni passano, più si percepiva l’entusiasmo e la voglia di poter far parte del progetto. La giornata di restituzione con la comunità è stata significativa perché ha dimostrato che stimolati e sostenuti nelle loro scelte sono una fucina di idee.

Rispetto al contesto della città di Prato, precedentemente evidenziati, quali sono le specificità di cui il progetto ha dovuto tenere conto? 

VS: Nella progettazione dei nuovi percorsi ed esperienze museali lo staff delle sezioni didattiche dei musei di Prato non può non tenere conto delle caratteristiche intrinseche del territorio, una città che conta ben 125 comunità. Le criticità emergono nel tentativo di ritrovare una o più linee comuni che possano portare verso una direzione condivisa. Ogni gruppo classe pertanto è fortemente eterogeneo, tante sono le strategie e metodologie che vengono messe in atto e che tengono conto di queste specificità e caratteristiche: la lingua e di conseguenza i linguaggi, le culture e storie diverse e concetti di comunità e partecipazione. L’obiettivo è sempre lo stesso, creare una comunità partecipante e attiva, che consideri il museo un luogo non solo di conoscenza ma anche di benessere, non solo di studio, ma anche di emozioni ed esperienze che può essere vissuto a vari livelli.

Sono state riscontrate criticità durante il progetto? In che modo queste problematiche sono state affrontate?

Dal nostro punto di vista, un importante valore aggiunto di questo progetto è stato proporre azioni sia dentro che fuori la scuola, in orario scolastico ma anche extrascolastico, a gruppo classe così come a iscrizione libera: la fluidità del progetto ha permesso di entrare in relazione con lə ragazzə in molte modalità e forme diverse, ma ha comportato uno sforzo organizzativo non trascurabile per le scuole coinvolte, che hanno recepito le opportunità in maniera disomogenea. Trattandosi di un progetto ampio, ambizioso e sperimentale, basato sulla co-progettazione con un’artista e un gruppo di ragazzə della fascia d’età leggermente superiore a quella deə destinatarə, il momento delle attività scolastiche è andato a coincidere con gli ultimi mesi di scuola, un periodo in cui le relazioni con ə docenti diventano più complicate, per il sovrapporsi di molti altri impegni e scadenze. Non è stato quindi sempre facile entrare dentro l’ambiente della scuola, fortemente normato, con una proposta legata all’educazione informale e all’arte relazionale, in cui la componente emotiva è posta al centro. L’alleanza con lə docenti che hanno creduto nel progetto e lo hanno promosso presso ə dirigenti e tutto il personale scolastico è stata fondamentale per superare le problematiche incontrate nella fase sperimentale.
Delle criticità abbiamo tenuto conto nella riprogettazione dell’anno successivo, in cui le azioni in orario scolastico si svolgeranno principalmente al museo, laddove le pratiche sperimentate nel corso della prima edizione sono state più trasformative e generative, e hanno avuto maggior impatto su lə studentə e lə docenti.

Perché è importante dare continuità a questo tipo di progetti? 

Passare dalla fase sperimentale a quella curricolare è fondamentale non solo per estendere gli impatti su un maggior numero di destinatarə direttə, ma soprattutto per mantenere quell’alleanza essenziale tra istituzioni culturali, scolastiche, sociali e territoriali che permette di amplificare i risultati per cerchi concentrici anche ad altrə studentə non coinvoltə direttamente, alle famiglie e a tutta la comunità. Rendere strutturata e continuativa la collaborazione mette inoltre al riparo il programma dalle possibili interruzioni o rallentamenti che possono presentarsi nell’avvincendarsi di diverse persone nei ruoli di coordinamento, quali dirigenti, insegnanti, collaboratorə nei diversi anni, facendo perdere importanti occasioni di formazione e conoscenza del territorio allə studentə. È dunque fondamentale passare dalla dimensione del progetto a quella del programma, direzione in cui gli enti finanziatori, gli enti territoriali e le istituzioni partner stanno andando.

Come ormai riconosciuto anche dall’OMS (Report OMS, Quali sono le evidenze sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere? 2019), il ruolo della cultura è essenziale per il benessere di una persona, in tutte le età della vita, per aiutare a prevenire il disagio psichico, l’isolamento, le disuguaglianze, per promuovere la salute e la resilienza in situazioni di crisi. Un progetto come Prato Comunità Educante, confermato e ampliato per l’anno scolastico in corso, che si avvale della messa in rete e collaborazione di enti e istituzioni di rilevanza territoriale e regionale come i musei partner della sezione ImPatti Visivi (il Centro Pecci, il Museo del Tessuto, il Museo di Palazzo Pretorio), ma anche il Teatro Metastasio, la Camerata Strumentale, il Museo di Scienze Planetarie, coordinati dalla Cooperativa Pane e rose, rende l’offerta culturale di qualità una pratica accessibile a tuttə ə  studentə senza distinzione di origine, situazione sociale o economica di provenienza.