Ginkgo. Un progetto di resilienza artistica, in occasione di Q44 per la 70a Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (1944-2014).
Oltre trent’anni fa, Roland Barthes ne La camera chiara scriveva che «La Storia è isterica: essa prende forma solo se la si guarda – e per guardarla bisogna esserne esclusi»1. Una frase, negli anni, spesso estrapolata e decontestualizzata ma che, nonostante ciò, ben sintetizza il rapporto problematico tra la Storia e le sue possibili messe in forma.
In un quartiere nella zona sud-est di Roma – il Quadraro – da anni ha preso il via Q44, una rassegna culturale che cerca di ridare voce alla Storia sempre in maniera differente: un’idea nata ‘dagli esclusi’, da chi la storia non l’ha vissuta in prima persona ma che ha coinvolto attivamente anche chi l’ha attraversata in prima persona, raccogliendone testimonianze e diffondendole2. Una ‘piccola grande storia’ nella Storia della Resistenza italiana, sommersa fino a qualche decennio fa: all’alba del 17 aprile 1944 le truppe naziste rastrellarono all’interno del quartiere (soprannominato in maniera spregiativa ‘Nido di vespe’ perché rifugio per i dissidenti come partigiani, informatori e comunisti, protetti dagli abitanti del quartiere) quasi mille uomini tra i 16 e i 55 anni, deportandoli poi nei campi di concentramento in Germania e dai quale, in seguito, solo meno della metà fece ritorno a casa.
Lo scorso aprile, all’interno della programmazione di Q44 per la 70a Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (1944-2014), si è svolto Ginkgo. Un progetto di resilienza artistica che ha disseminato per tre giornate in spazi sia pubblici che privati del quartiere i lavori di quattordici artisti, partendo proprio dal tema storico della Resistenza. Paolo Assenza, Arianna Bonamore, Paolo Dore, Luca Grechi, Marta Mancini, Anahi Angela Mariotti, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli, Gino Piacentini, Julie Poulain, Nicola Rotiroti, Germano Serafini, Simone Tso, Daniele Villa: un gruppo di artisti formato da incontri, amicizie e conoscenze sedimentate, la maggior parte del quale vive da tempo il quartiere avendo radicato lì i propri studi d’artista, creando atelier condivisi come Off1c1na e Studio 54.
I Ginkgo Biloba (o Ginkgo) sono alberi molto rari da incontrare in Italia quanto straordinari per le loro caratteristiche: riconosciuti come fossili viventi, unici sopravvissuti della famiglia dei Ginkgoinae, risalgono a oltre 250 milioni di anni fa, prima della comparsa dell’Uomo sulla Terra. Pressoché sconosciuti in Europa fino al XVIII secolo, in Cina e Giappone sono considerati invece da secoli alberi sacri simbolo di forza e longevità, capaci di sopravvivere nel 1945 allo scoppio della bomba atomica di Hiroshima, rigermogliando poco tempo dopo. All’interno del Quadraro ne sorgono numerosi esemplari lungo un intero viale, via dei Lentuli, che resistono da decenni al tempo e all’incuria. Una presenza naturale insolita ma peculiare del quartiere, la cui capacità intrinseca di sopportare eventi traumatici esterni, riadattandosi al contesto in tempi rapidi, è diventato punto di partenza poetico – ma non per questo meno concreto – per confrontarsi e dare diverse forme non soltanto al passato ma anche al presente del quartiere e di chi lo abita, alle necessità dell’oggi, all’emergenza del quotidiano.
Si è cercato di espandere e legare metaforicamente, partendo dalla parola, un trauma storico come quello della Resistenza al concetto di Resilienza, termine più denso e attuale (le cui declinazioni attraversano la psicologia, la fisica, l’informatica, l’ecologia, l’urbanistica arrivando fino alla cultura) che fa proprio del trauma non ostacolo ma possibilità di miglioramento, assorbendo le criticità esterne per trasformarle in vantaggi interni.
In Ginkgo, la resilienza si è tradotta sia in traccia concettuale per i lavori degli artisti, sia in modus operandi per l’intera realizzazione del progetto che ha visto collaborare a stretto contatto, per mesi, gli artisti con il Quadraro, i suoi abitanti ma soprattutto le sue realtà associative, in primis l’Associazione Punto di Svista3, attivo mediatore tra proposte artistiche e necessità del quartiere.
Ginkgo, video intervista agli artisti, di e-performance.tv
Quella che potrebbe definirsi ‘attitudine resiliente’, infatti, concentra le proprie energie sul fare e sulle potenzialità delle possibili soluzioni pratiche, sul qui e ora, sulla collaborazione creativa di tutti i soggetti all’interno di una data comunità, adattandosi in maniera attiva, creativa, sostenibile e concreta al territorio e le sue criticità4. Nel caso di Ginkgo, ha significato quindi una sfida: cercare di realizzare, attraverso poche risorse economiche, un progetto di arte contemporanea estemporaneo ma che allo stesso tempo riuscisse a radicarsi nel territorio, dimostrando la possibilità di concretizzare un progetto culturale sostenibile, utilizzando le risorse interne del luogo stesso, cercando anche di porsi come stimolo per progetti culturali a venire, trovando terreno fertile in un quartiere con una ricettività culturale importante.
I lavori dei quattordici artisti coinvolti, interventi estemporanei o semipermanenti, sono stati creati appositamente per alcuni luoghi del quartiere: spazi pubblici e quotidiani come nel caso dei lavori di Arianna Bonamore, Paolo Dore, Anahi Angela Mariotti, Nicola Rotiroti; spazi in disuso (Luca Grechi, Marta Mancini) o privati (Paolo Assenza, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli e Gino Piacentini, Julie Poulain, Germano Serafini). Tutti interventi site-specific concepiti come ‘frammenti visivi’ evidenti o mimetizzati nel contesto che hanno rielaborato, in maniera inedita ed eterogenea, le tracce storiche e attuali del Quadraro, creando un vero e proprio itinerario percorribile lungo l’intero quartiere. Per arrivare l’ultimo giorno, a conclusione dell’intera rassegna di Q44, alla performance partecipata di Daniele Villa SONAGLI. Gioiosa Invasione Musicale: vera e propria rimessa in scena della Storia, per rovesciarla. Partendo dall’ordine impartito dai nazisti nel 1944 (che, durante il rastrellamento vietava alla popolazione del quartiere di uscire per strada, pensa l’uccisione), l’artista ha organizzato e diretto un’invasione musicale che ha attraversato l’intero quartiere coinvolgendo bande, musicisti e gli stessi abitanti del luogo. Trasformando, in questo modo, il ‘raccogliere’ drammatico e violento del rastrellamento in una ‘chiamata a raccolta’, un momento di condivisione per dare nuova forma al passato ma soprattutto per celebrare l’Oggi, e il Domani.
Daniele Villa, Sonagli, girato da Adolfo Brunacci
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1 Roland Barthes, La Chambre claire. Note sur la photographie, Paris, Gallimard, 1980 (tr. it. La camera chiara. Note sulla fotografia, Torino, Einaudi, p. 67).
2 Per maggiori informazioni: www.ilquadraro.it
3 Per maggiori informazioni: associazionepuntodisvista.blogspot.it
4 Cfr. Nataša Petrešin-Bachelez, The 7th Triennial of Contemporary Art in Slovenia. Resilience (20 June–29 September 2013); introduzione consultabile online su u3trienale.mg-lj.si/en
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Ginkgo. Un progetto di resilienza artistica. Paolo Assenza, Arianna Bonamore, Paolo Dore, Luca Grechi, Marta Mancini, Anahi Angela Mariotti, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli, Gino Piacentini, Julie Poulain, Nicola Rotiroti, Germano Serafini, Simone Tso, Daniele Villa.
Roma, quartiere Quadraro, 16 – 19 aprile 2014 a cura di Valentina Fiore in collaborazione con l’Associazione Punto di Svista
All’interno di Q44 – 70° Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (17 aprile 1944-2014), iniziativa ideata e promossa da Associazione Punto di Svista, Officina Culturale Via Libera e CSOA Spartaco con il sostegno della Regione Lazio, del patrocinio di Roma Capitale in collaborazione con i Municipi Roma V e VII.
Valentina Fiore (Roma, 1983) si è laureata nel 2009 in Storia dell’Arte Contemporanea presso La Sapienza – Università di Roma e ha frequentato un master in Europrogettazione (Roma, 2013). Curatrice indipendente d’arte contemporanea, è interessata a progetti artistici basati su processi partecipativi, sviluppati e radicati nel territorio, in spazi non istituzionali. È co-fondatrice di sguardo contemporaneo, collettivo curatoriale che dal 2008 porta avanti progetti di arte contemporanea attraverso un approccio site-specific e community based. Tra i progetti più recenti: Nuova Gestione (Roma: quartiere Casal Bertone, 2014; quartiere Quadraro, 2012); Pastificio_Lab (Fondazione Pastificio Cerere, Roma, 2012-2013); cartabianca_roma (co-curata con Carla Subrizi e Nero, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova, 2012). Dal 2010 al 2014 ha lavorato come assistente presso la Z2O Galleria | Sara Zanin di Roma. www.sguardocontemporaneo.it.