§Perturbare lo spazio latente
Intelligenze artificiali e pratiche artistiche
Frammenti intercambiabili.
Il dialogo speculativo con l'intelligenza artificiale di Christopher Kulendran Thomas
di Aleksandra Lisek

Quando nel 1983 iniziò la guerra civile nello Sri Lanka tra la minoranza Tamil e la maggioranza Singalese, il movimento di liberazione tamil chiese la libertà dall’oppressione del governo srilankese e la completa indipendenza delle aree tamil. In opposizione all’ordine esistente, l’organizzazione guerrigliera delle Tigri Tamil istituì uno stato indipendente e autonomo del Tamil Eelam nelle parti settentrionali e orientali dello Sri Lanka. Con l’avvento di Internet, le Tigri Tamil hanno sfruttato la loro conoscenza dell’uso delle prime forme di intelligenza artificiale e di internet per coordinare a livello globale la diaspora Tamil. Tuttavia, nel 2009, l’esercito dello Sri Lanka ha schiacciato la resistenza Tamil dopo 26 anni di conflitto, provocando la morte di molti civili e costringendo centinaia di migliaia di persone a cercare rifugio in altri paesi, tra cui Svizzera e Regno Unito. 

Christopher Kulendran Thomas, The Finesse 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlmann. Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

In assenza di consenso sul corso degli eventi passati tra entrambe le parti del conflitto, l’artista Christopher Kulendran Thomas ha deciso di analizzare e ricostruire la narrativa dominante della parte vittoriosa del conflitto nel tentativo di recuperare la storia della lotta rivoluzionaria del suo popolo per l’indipendenza dello Sri Lanka. 

Nel suo lavoro, Kulendran Thomas tratta la narrazione degli eventi avvenuti in termini di una fabulazione narrativa, in cui è possibile ricostruire la parte mancante della storia integrandola con fili speculativi, dando voce alla minoranza della popolazione che non ha avuto voce in capitolo su ciò che è realmente accaduto. L’artista tenta di confrontarsi con il patrimonio storico del suo Paese, esternando il fatto che la narrazione sulla lotta rivoluzionaria per l’indipendenza del Tamil è confusa. La sua installazione post-cinematografica coinvolgente Another world, presentata presso la Kunst-Werke Institute for Contemporary Art Gallery di Berlino e l’Institute of Contemporary Art di Londra, fonde la cultura popolare con la scienza politica e combina filmati d’archivio con avatar generati da un algoritmo, mettendo in discussione l’autenticità delle immagini già presenti nell’archivio.

Christopher Kulendran Thomas, The Finesse 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlmann.
Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW
Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

Le opere dell’artista The Finesse (2022) e Being Human (2019) sono state realizzate in collaborazione con la curatrice Annika Kuhlmann e ripercorrono il tentativo del movimento di liberazione del Tamil di immaginare un’economia cooperativa basata sull’energia rinnovabile, un bene comune che sfuma i confini tra la ricerca storica e la proposta fantascientifica di una realtà alternativa. Questi lavori danno voce agli altri artisti del territorio e a una comunità etnica che ne è stata privata a causa del conflitto, fornendo una piattaforma per l’auto espressione e contribuendo alla creazione di un discorso fluido che rimane aperto. Kulendran Thomas ha quindi deciso di collaborare con l’intelligenza artificiale per ricreare eventi passati, moltiplicando e sovrapponendo frammenti autentici di documenti d’archivio con contenuti creati artificialmente, prestando loro uguale forza trainante nella creazione della narrazione. 

Christopher Kulendran Thomas, The Finesse 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlmann. Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

Sia The Finesse (2022) che Being Human (2019) sono opere uniche nella loro forma, nate da metodi di produzione e tecniche di installazione altamente sperimentale. Mentre vengono coreografate su schermi a specchio monolitici, creano un’esperienza architettonica allucinatoria dove le immagini dialogano insieme agli artefatti sparsi nello spazio espositivo. Finesse ripercorre gli sforzi del movimento di liberazione Tamil agli albori del World Wide Web per sfidare il governo dello Sri Lanka, utilizzando Internet per costruire un’economia cooperativa autosufficiente e assistita da computer, basata sull’energia rinnovabile e sulla proprietà collettiva. Kulendran Thomas cerca di raggiungere il suo obiettivo recuperando informazioni storiche spesso perdute, agendo come archivista, attivista e curatore, gestendo opere create utilizzando una rete neurale che è stata addestrata per analizzare la circolazione delle influenze storico-artistiche dal canone occidentale portate dai coloni britannici nel mondo artistico dello Sri Lanka del dopoguerra. L’artista ha creato uno spazio per il dialogo tra i manufatti degli artisti presentati alla mostra sotto forma di sculture e una serie di dipinti astratti che espandono l’uso della tecnologia, realizzati con la collaborazione degli algoritmi che analizzano le immagini digitali per poi essere appiattite e tradotte dall’artista nella materialità della tela.

Christopher Kulendran Thomas, Being Human 2019/ 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlman n. Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

Lo spazio comprende delle figure antropomorfe molto alte di natura misteriosa, vestite con maschere e costumi mimetici frammentari, nonché ceramiche antiche Tamil raffiguranti l’amore queer di Aṇaṅkuperuntinaivarkal Inkaaleneraam, una delle rappresentanti della resistenza artistica del Tamil. Queste opere costituiscono frammenti materiali dell’eredità della resistenza Tamil Eelam, ed esercitano un impatto affettivo su coloro che vi si trovano davanti. Accanto a questi artefatti si trovava un video sullo schermo specchiante che documenta le interviste realizzate con il pubblico della Biennale di Colombo, dove Kulendran Thomas gioca con l’uso dei deep fakes sostituendo il volto degli intervistati con quello di alcune celebrità, creando un forte contrasto tra la serietà del contenuto trattato e l’ilarità generata dal video. Nel filmato compare successivamente la testimonianza dello zio dell’artista, attivista per i diritti civili ed eroe dei rivoluzionari durante la lotta di liberazione Tamil, che è stato vittima di numerosi tentativi di assassinio da parte del governo. Nei frammenti sovrapposti di questo avvincente e coinvolgente lavoro post-cinematografico ci sono interviste condotte dall’artista a protagonisti della guerriglia, che raccontano la loro versione alternativa della storia dimostrando che la realtà oggettiva non è una. Il racconto delle diverse entità, voci fuori dal coro rispetto alla narrativa dominante, è capace di sollevare interrogativi su chi abbia il potere di negare l’accesso ai diritti umani fondamentali a intere parti della popolazione di una Nazione. Le registrazioni vengono generate spontaneamente tramite la rete neurale in loop, quindi il video trasmesso non è mai esattamente lo stesso. Una parte dell’opera Finesse (2022) è composta da riprese cinematografiche di foreste piantate dal movimento di liberazione Tamil per fornire un timbro sostenibile alla costruzione di una nuova società e ripercorre il tentativo del movimento di liberazione Tamil di immaginare un’economia cooperativa basata sull’energia rinnovabile. Queste immagini entrano in dialogo con i progetti di sviluppo urbano, incisioni su carta eredità del visionario architetto urbano Manmohan Nath Sharma, attivo durante il movimento liberatorio delle Tigri Tamil, che proponeva la costruzione degli edifici tenendo in considerazione le condizioni socioeconomiche e le esigenze di vita delle persone. 

Chri stopher Kulendran Thomas, The Finesse 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlmann. Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

L’artista Christopher Kulendran Thomas ha cercato di incarnare nel suo lavoro quella che Benedict Anderson ha definito una “comunità immaginata”, costruita su un forte senso di appartenenza culturale, i cui partecipanti sono attaccati a immagini specifiche, riprodotte fedelmente nonostante la mancanza di interconnessioni dirette tra i suoi membri (Anderson B., 2006). Nel caso del movimento di liberazione degli anni ’80, è stato questo senso di parentela e fratellanza che ha contribuito alla creazione dello stato di autogoverno del Tamil Eelam. Grazie all’intervento dell’artista e alla collaborazione con un algoritmo neurale, i documenti d’archivio offrono l’opportunità di avviare una dialettica tra le immagini, contribuendo a recuperare la storia e immaginare una narrazione alternativa. Hal Foster, nel suo saggio Archival Impulse, suggerisce che l’informazione è come un prodotto finito virtuale che può essere interpretato in vari modi. In questo contesto, gli archivi non sono semplici database, ma sono costituiti da frammenti intercambiabili e richiedono l’interpretazione umana piuttosto che la manipolazione meccanica (Foster H., 2004). Come dimostra nel suo lavoro l’artista Kulendran Thomas, la memoria si basa senza dubbio su una serie di manipolazioni, sovrapposizioni e cancellature che rendono impossibile registrare tutto ciò che sperimentiamo collettivamente o individualmente. La sua opera si dimostra come archivio-anarchivio e non è mai un sistema uniforme, rimane sempre aperto e cambia nel tempo, a volte in base all’analisi di fonti inattendibili, ma lascia comunque tracce confuse. Ogni frammento può essere recuperato e riclassificato, perché la narrazione non appartiene né al vincitore né al vinto, ma apre la possibilità di speculare sulle realtà possibili. Un dialogo paritario richiede la ricostruzione delle narrazioni dominanti in modo da poter disimpararle, rivedendo di nuovo dall’archivio le immagini create con progetti di sviluppo urbano alternativi.

Christopher Kulendran Thomas, The Finesse 2022 in Kollaboration mit Annika Kuhlmann. Installationsansicht der Ausstellung Christopher Kulendran Thomas Another World in den KW Institute for Contemporary Art, Berlin 2022; Foto: Frank Sperling

Christopher Kulendran Thomas integra tutti i frammenti ritrovati documentando le attività del movimento delle Tigri Tamil, tentando di ricostruire nuovamente i materiali d’archivio, introducendo nuovi contenuti, trattando la realtà in termini di finzione e ampliandola tramite l’esperienza collettiva della comunità. Il suo lavoro è caratterizzato dalla riflessione su come ricostruire la storia dimenticata e su come raccontare il punto di vista della parte vinta del conflitto, quando solitamente la narrazione appartiene ai vincitori. L’artista si assume il compito di affrontare la storia in modo giocoso, esaminando i meccanismi invisibili della violenza nascosta nel cancellare le tracce della memoria, mostrando che questo problema riguarda non solo le condizioni del mondo dell’arte, ma la storia in generale, mettendo in discussione la narrativa oggettiva sugli eventi storici. 

Bibliografia

Anderson, Imagined Communities, Reflections on the Origin and Spread of Nationalism, Verso Books, London, 2006.
H. Foster, An Archival impulse, in «OCTOBER» n° 110, Fall 2004, pp. 3–22 (consultato il: 14.04.2024).

Aleksandra Lisek – Nata a Poznań, mi sono laureata in Performance Studies presso l’Università Jagellonica di Cracovia e nel 2023 nel biennio di Curatela Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nella mia ricerca mi concentro sulla critica istituzionale e decoloniale dell’arte contemporanea con uno sguardo ecofemminista. Scrivo sull’arte e collaboro con le più importanti istituzioni artistiche fiorentine. Pubblico i miei testi su riviste d’arte italiane e internazionali come Contemporary Lynx, Juliet Art Magazine, Forme Uniche e Arts Life.