La Storia è uno strumento in cui le parole impegno e conflitto si intersecano, si scontrano, si annullano e riaffiorano, attraverso una sottile linea che percorre le dinamiche sociali e dell’informazione. La ricerca artistica di Andrea Nacciarriti si è sviluppata intorno al concetto di Storia come struttura narrativa, che produce una o più riletture del passato. Vincitore del Premio Terna 2010 nella sezione Gigawatt, matura l’esigenza di una produzione artistica meno autoreferenziale, che abbia un riscontro immediato sulla società, attraverso un intervento diretto su di essa e che sia in grado di alimentare una coscienza critica. Durante la residenza presso la Red Gate Gallery di Pechino, l’artista si è confrontato con una società pragmatica, in forte sviluppo economico, ma nella quale è presente e vivida la necessità di rielaborare una memoria angosciante e problematica, che è stata rimossa e riscritta dal potere. Il lavoro di Nacciarriti parte dalla frammentarietà dell’informazione ufficiale riguardo l’evento tragico della protesta di piazza Tienanmen del 1989, che riflette un punto di vista parziale e politicamente allineato del dato storico. L’artista si appropria e sintetizza le tracce di memoria collettiva e costruisce una mise-en-scène del dramma, in modo da restituire ciò che volutamente o meno è rimasto sommerso, invisibile e inascoltato. Secondo l’artista, l’informazione mediatica è il mezzo con cui si concretizza la malformazione della realtà percepita1. La scoperta di un blog cinese che raccoglie testimonianze e esperienze dirette della protesta di piazza Tien An Men, indetta a Pechino tra il 15 aprile e il 4 giugno 1989, induce l’artista a riflettere sul drammatico evento, rielaborandolo in due opere: la performance Untitled, 2012 e il video Untitled [7 X 9 + 1], 2012.
Il ricordo che rimane indelebile nella memoria collettiva di quel 5 giugno 1989, quando già da 24 ore procedeva implacabile l’intervento militare per schiacciare la primavera democratica, è l’immagine del giovane fermo di fronte ai carri armati, dritto in piedi, che con la mano sinistra tiene la giacca, con la destra due sacchetti della spesa. Con la ferma dignità del suo corpo blocca una fila di carri armati aprendo le braccia in segno di protesta. Poi il giovane fa un salto, sale sul carro armato per parlare con il soldato visibile dalla feritoia: “Tornate indietro! Smettete di uccidere il nostro popolo!” è l’urlo che i testimoni ricordano. Poi di questo ragazzo più nessuna notizia, ma l’immagine fa il giro del mondo intero, e questo giovane sconosciuto diviene il simbolo della tragedia di Pechino. Ma in quella piazza, dove adesso scorrono fiumi di macchine, rimane intriso il sangue di tantissimi ragazzi cinesi che hanno perso la vita in quelle giornate tra aprile e giugno, quando Pechino sognò la democrazia. La propaganda del regime, nelle terribili giornate di giugno, si ostinava a ripetere che “nessuno era stato ucciso a Tienanmen”. Il numero delle vittime è tuttora un segreto di Stato; le stime raccolte da Amnesty International variano fra 700 e 3.000 morti. Ancora una volta la Storia nasconde i suoi conflitti, rifugiandosi in una memoria sopita, che viene mantenuta tale tramite strumenti politici, meccanismi di informazione frammentari, spesso rinegoziata attraverso l’ingannevole illusione del progresso economico.
La performance Untitled nasce quando l’artista scopre dell’esistenza di un gruppo, chiamato Le mamme di Tienanmen, fondato da una delle madri dei ragazzi morti durante la protesta, per chiedere una revisione storica e un riconoscimento. L’artista ha invitato una delle mamme a scrivere, con la tecnica calligrafica cinese, la frase di uno studente che dice alla madre di non preoccuparsi, perché vuole solo dare la propria testimonianza storica di quello che sta accadendo. Il video della performance mostra questa donna nell’atto di scrivere la frase del figlio con uno straccio intriso d’acqua. La scritta verrà lentamente assorbita dall’asfalto, che ne custodirà silenziosamente la memoria: allo stesso modo la città è una stratificazione di tracce rimosse. Rimane solo il riverbero muto di una storia che superficialmente è stata cancellata.
untitled [媽媽﹐你放心﹐我祇想作一個歷 China
Nacciariti rileva i limiti narrativi della storia, i suoi tempi e la natura tutta soggettiva dell’elaborazione del passato, che spesso produce, come nel caso dei fatti di Pechino, un vero e proprio revisionismo storico. Nel video Untitled [7 x 9 + 1], giunto tra le opere finaliste del Talent Prize 2012, l’artista attraverso un’esperienza percettiva nuova dei luoghi, ricostruisce i fatti della protesta di piazza Tienanmen, con un linguaggio poetico ma trasversalmente drammatico. La telecamera è fissa sul cielo di Pechino, e ne cattura l’immobilità opaca; in sottofondo le registrazioni audio della notte del 4 giugno rendono ancora più frammentaria e confusa la narrazione dell’accaduto. La telecamera, rivolta verso il cielo, inquadra di tanto in tanto i passanti della Pechino di oggi, che per qualche breve frangente interrompono l’opprimente immobilità azzurra. L’incontro tra la Piazza Tien An Men di oggi e il ricordo della tragedia consumatasi nello stesso luogo, spiazzano lo spettatore, in una sorta di catarsi.
Untitled [7 x 9 + 1] vuole essere un documento della drammatica dispersione della memoria, per ridare voce a quelle madri che ancora oggi non possono commemorare in pubblico le vittime della primavera democratica. La sovrapposizione sinestetica di passato e presente produce un’intensità cognitiva, che induce lo spettatore ad una riflessione dinanzi all’impercettibile mobilità azzurra del cielo di Pechino, che appare quasi denso, pesante, come a voler schiacciare la memoria scomoda di una storia che non si può ricordare.
1 http://www.lab-yit.com/sito/?tag=andrea-nacciarriti&lang=it
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Sitografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Madri_di_Tienanmen
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/esteri/anniversario-tienanmen/ramp/ramp.html
http://cultura.biografieonline.it/lo-sconosciuto-di-piazza-tienanmen/
http://tmc-hk.org/
http://www.andreanacciarriti.net/
http://www.lab-yit.com/sito/?tag=andrea-nacciarriti&lang=it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/15/andrea-nacciarriti-artista-italiano-sotto-sole-della-cina/197578/
http://www.youtube.com/watch?v=jEH8fMZ_K-Y
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Sasvati Santamaria nasce il 18/02/1983 a Palermo. Frequenta L’Accademia di Belle Arti nella città nativa, dove inizia un percorso artistico legato all’idea di rapporto con lo spettatore, ritrovandosi ad esporre in diverse occasioni nella sua città per mostre collettive come Passport #1 e #2, e mostre a livello Nazionale come Artinformazione2news Accademie di Belle Arti europee tra formazione e ricerca. Dopo aver frequentato un Master allo IED in curatela si ritrova in un ruolo trasversale di “curatore” facendo la sua prima importante esperienza presso il concorso Talent Prize 2012, perseguendo l’obiettivo di essere, simultaneamente, doppio e singolo nel racconto di storie che narrano altre storie.
Jessica Pentangelo, laureata in Archeologia e Storia delle Arti, presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, ha svolto un tirocinio presso la Fondazione Morra e Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch di Napoli, dove ha maturato un profondo interesse per le arti performative e la body art. Ha frequentato il Master in Curatore Museale e di Eventi, presso lo IED di Roma. È iscritta al corso di Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Roma Tre.