CITAZIONE
Cit.Azioni
di Nives Scotto

Unlike “physical” places, there are here several realities gathered together in one space only. Avere a che fare con un archivio ha il grande vantaggio di poterlo creare modificare e distruggere; materiali che le si presentavano durante il suo percorso, e poi con un continuo autoesame metodologico e pratico, un instancabile sforzo perché le sue opere non prendessero forma da preconcetti dottrinali. E circa la questione se un incontro fortuito possa bastare ad attivare un processo di ricerca occorre riflettere sulla facoltà di leggere le sovraimpressioni che si celano nelle cose.

C’è, in tutto questo, un desiderio di conoscenza, scambio e condivisione con l’altro, un impulso ad avvicinarsi verso qualcosa, nel riconoscimento di qualcosa di “proprio”, di familiare; non può vivere come concetto al di fuori di una rete di voci che si giustappongono, si oppongono, si sostengono, si sovrappongono, si sbirciano, dandone ogni volta una diversa lettura e rifiutando qualsiasi sintesi normalizzante.

E’ stato particolarmente intenso, e per questo avevo deciso di proporre questo intervento, per roots§routes, articolandolo in un montaggio di testi e citazioni che ricostruissero il senso di una riflessione interdisciplinare su questa tematica; per poter dire qualcosa non si può fare a meno del pensiero dell’altro, alludendo chiaramente a una sorta di straniamento interno, di ambiguità. Si esplica poi su un secondo livello di ricerca fatto negli archivi, dove una grande scrivania condivide quattro racconti differenti sulla stessa storia. come se in quello spazio invisibile si compisse sempre una trasformazione, la possibilità di assemblare la sua rete di citazioni per costruire un suo pensiero, non per armonizzarle o alla ricerca di una mediazione risolutiva, ma per mantenerle in una costante condizione di negoziazione e contraddizione. sistema relazionale di citazioni indicandole come le possibili costellazioni dei saperi.

Come una composizione musicale in polifonia vi sono più elementi che interagiscono. È una combinazione di più voci indipendenti, che scorrono simultaneamente nel corso della proiezione, mantenendosi differenti l’una dall’altra, pur essendo regolate da un principio comune: la costruzione della rappresentazione di uno spazio polifonico di voci, una molteplicità di punti di vista in relazione. Così come nella musica, nei suoi lavori la variazione è ogni riproposizione di un’idea in cui essa subisca modifiche, più o meno profonde, rispetto alla sua forma originaria.Traspare un labirinto di riferimenti incrociati che ci si presenta un articolato sistema metalinguistico. Si moltiplica nel momento in cui a questa individualità si aggiunge il racconto di un altro, si costruisce nello scorrere delle parole, in questo continuo confronto con le individualità altrui.

Nel respingere l’ancoraggio dell’oggettività fissa, l’opera è sempre in partenza verso un altrove sconosciuto. All the places are intertwined and inter-dependent one with each other, and their faith is not determined only by innner happenings. Il forse non è per noi l’incertezza, non è la titubanza, ma il contemplare la variabile, il considerare che nulla può essere dato come immutabile e certo.

In alcuni casi l’unificazione avviene secondo associazioni precise o secondo famiglie tematiche con una metodologia che ricorda la “legge del buon vicinato” dell’archiviazione warburghiana. In altri casi la combinazione è affidata al caso, una Macchina Disorganizzata che sperimenta diversi modi di interazione e imprevedibili produzioni di sequenze, che non sa resistere alla tentazione di scorniciare, di trasgredire, di innescare, un processo di emersione del non visto, non si possono chiudere gli occhi o prendere solo le distanze senza agire. C’è un rifiuto nel rispettare i confini, un impulso irrequieto a sfondare i margini.

Costruisce il paesaggio e quindi lo rende instabile, mutevole, liquido. Gli sguardi di tutti si incontrano, si intrecciano, ibridano il paesaggio sul quale si posano e lo edificano. E’per suo tramite, piuttosto, che viene recitata un’altra storia, anche una piccola parte ne rappresenta quindi, in qualsiasi condizione, l’insieme. Il rapporto con il contesto e quindi con il paesaggio implica molti gradi di possibile impegno personale così come diversi gradi di coinvolgimento emozionale, ma in ogni caso la relazione con lo spazio diviene un meccanismo, attiva una dinamica che non prescinde dal luogo ma lo rende “replicabile”. Intraprende degli sconfinamenti in luoghi carichi di significato. In realtà il suo lavoro è molto complesso e si compone di un intrecciarsi di elementi, assemblato con un sistema di giustapposizione e di montaggio di elementi che vengono da tutta la consapevolezza dunque di una condizione di mobilità giudicata a priori irregolare.

Scoprire le tracce di differenti discorsi culturali, traducendoli e dando vita a nuove forme di significato, dove non si tratta più di parlare “per l’altro”, ma di impegnarsi continuamente in un gioco di posizioni che interessano me, l’altro e l’oggetto del discorso, incidendo reciprocamente e aprendo nuove finestre tra diversi saperi e linguaggi. Si tratta dunque di una riscrittura della Storia attraverso la meticolosa costruzione di campi di referenzialità aperti e chiusi, che mettono in questione il processo stesso di produzione di senso e di leggibilità transculturale.

Allora il tuo desiderio di essere è uno spazio vivibile, di condivisione, di comunicazione, di relazione, di conflitto, di storie da ascoltare e raccontare. An intersection of journeys. It is both a physical space as well as a network of possibilities that have been archived and manifested online. Geografie liquide, instabili e galleggianti, ci immergono in un percorso che si modifica sotto i nostri stessi occhi. Srotola la costruzione dell’archivio come strumento concettuale che aspira a un’idea di completezza, di ordine, di controllo e di totalità e, nel farlo, lo trasforma nel suo doppio trasgressivo, la collezione, con il suo peccato originale di confusione, facendo letteralmente bruciare il dispositivo archiviale nel suo stesso fuoco. Portando alla luce cioè quella passione che sta prima e alla radice di ogni archivio, tradire, travisare, interpretare ha significato intravedere.

Non vorrei cioè neanche costruire un testo, articolare un pensiero o un’argomentazione lineare su questo tema, ma lasciare la trama di questo intervento in qualche modo aperta all’immaginario di chi legge. E’ proprio l’assoluta eventualità del suo lavoro che non produce un adattamento alla struttura del museo, ma esattamente al contrario costringe in qualche modo il museo a modificare la sua stessa idea di collezione e di acquisto. E’ chiaro che intendono costruire un meccanismo, uno spazio e delle traiettorie al suo interno; ragionare sulla processualità, sul farsi dell’installazione stessa. Una sorta di costellazioni metodologiche interculturali e intertestuali. Since it concentrates on shared issues rather than on the individual.

Questo movimento di scomposizione-ricomposizione, questo vostro modo di non dare un ordine esatto alle cose, si fonda sulla logica dello shock legata a dinamiche percettive che costituisce un punto fondamentale,

rimaneggiare i linguaggi, cercando di farne un nuovo ritmo, una nuova figura; nel suo mettere in mostra il proprio racconto, abitando lo spazio del tra come spazio inclusivo, polifonico, nel quale è possibile l’ambiguità e la trasgressione, quella di spazio in-between, spazio altro e alterato, segnato dall’attraversamento, spazio intermedio, “where strangeness and contradiction cannot be negated, but have to be continually negotiated and’ worked through’”. Can you tell me about this passage? Indagare sui linguaggi e nei linguaggi — visivi, musicali, letterari, critici — che tale rappresentazione impiega (e, allo stesso tempo, nega) offre a tali linguaggi la possibilità di prendere un altro cammino.

Venivano da noi accostati in maniera deliberatamente forzata al fine di provocare quella che chiamavamo “dissonanza cognitiva”: un produrre continuo di senso attraverso la sua stessa perdita. Perde di senso in confronto al linguaggio, che pone perpetuamente il transito di una traduzione che sfugge a qualsiasi arresto soggettivo. E’ nell’estetica del transito, nell’insistere del mondo stesso, la parola funziona come un sasso tirato in uno stagno; questo provoca onde concentriche che allargandosi sulla superficie, coinvolgono nel loro moto, con diversi effetti, le cose che hanno intorno. Each act of free speech is dependent on the platform or podium on which it is performed. Allo stesso tempo ogni cosa, compresa la realtà stessa, è finzione, è una costruzione. Trasformandola in una sorta di documento che a ogni rotazione sovrappone i nuovi pensieri a quelli passati, raggrumandoli sulla soglia di quell’oggetto, emphasising the fact that free speech cannot be exercised or applied in any programmatic or strictly prescribed manner, and its boundaries cannot be easily delimited.

Si tratta prima di tutto di una contiguità spaziale, che tende a rompere la griglia ortogonale dell’allestimento, si afferma la scelta di utilizzare l’arte come strumento preferenziale d’indagine, di conservazione e rappresentazione. L’arte rivela in sé la sollecitazione dell’alterità e la fuga del senso nell’altrove, Immaginare connessioni inedite, praticare la traduzione come spazio di relazione anche conflittuale e l’esposizione come processo tanto più onesto quanto più mette in mostra l’atto stesso della sua costruzione.

Girava più o meno distrattamente le pagine della rivista. Ai meccanismi mentali di collocazione spaziale, di inquadramento dell’immaginario di un luogo come prima chiave di lettura dello spazio, Il suo camminare lentamente, questo vagabondaggio in spazi incontaminati, riconduce l’artista alla figura di un flâneur strappato dal suo contesto metropolitano.

Ci siamo piacevolmente scontrate con l’impossibilità di “comprenderlo”, nel senso di incorniciarlo, definirlo, chiuderlo seppure temporaneamente in un recinto di senso che corrispondesse alle visioni di ogni membro della redazione. Citare il passato come luogo di frammenti sospesi e rivisitati nell’operato dell’arte significa re-citarlo per svelare i percorsi contingenti che ci chiamano indietro mentre ci portano in avanti. In questa ottica, l’opera d’arte, nel richiamare l’altrove, l’alterità, propone e promuove qualcosa che eccede l’atto dell’essere appropriato.

La giustapposizione come poetica espositiva innesca così degli spazi intermedi, dove è possibile la compresenza di una pluralità di interpretazioni anche nettamente in contraddizione tra loro. Mi interessa cosa succede in questa situazione di passaggio. Credo che la verità non sia più in una situazione di stabilità, credo che la verità si trovi di più nei momenti di passaggio.” Un trabajo muy complejo, puede ser presentado en diferentes maneras y es el fruto de una larga investigación. Cuando la busqueda, el estudio que llevas adelante se va a acabar? Mettendo in atto una dinamica che in certo qual modo è passata come disseminata, polverizzata, tra le maglie della catalogazione. Come scheggia del tempo che apre uno squarcio sull’altrove, l’arte interrompe e interroga qualsiasi inquadratura che cerchi di radicare il mondo nel senso fisso o assoluto di sé.

Ma quali sono le voci narranti che rilasciano queste testimonianze? The way in which the intellectual property regime reinforces the split between classifications of subjects and objects. Ci sono situazioni in cui l’immagine, facendosi simulacro, toglie complessità alla narrazione. L’articolo che segue ne è privo. La mia è una scelta. Ho voluto dare spazio alle parole. Sono le voci dei protagonisti a costruire quei discorsi che nel tempo sono stati dimenticati. Sembra allo stesso tempo così vicino a me, quasi sia io ad emetterlo. Provando a lasciare le abituali prospettive e trovare un nuovo punto di vista, parziale e decentrato. Vuol dire discutere necessariamente della forza del pensiero composto, dell’efficacia del montaggio concettuale, della necessità della citazione come elemento base della cultura della postproduzione. Sono retti da una logica anti-gerarchica, Whose voice matters more? Whose version of the truth is the most valid? In corrispondenza dei luoghi del territorio che andava attraversando.

Addentrandomi nell’opera ho però compreso che ciascun tassello del puzzle aveva trovato la sua misurata e giusta collocazione, Uno spazio chiuso, autosufficiente, bastante a se stesso, o capire che il tutto è una costruzione, una storia nella storia, solo in questo modo i confini si sovrappongono, si indossano e si sfaldano. We are interested in the relations between different times and temporal senses, between realities and imaginations, between quantities and qualities, between practices and between different descriptions and claims made by people. L’archivio ne emerge dunque come un dispositivo narrativo, inventivo, attivo non nella riproduzione di una storia o di una identità, bensì nella sua costruzione, attivo nel selezionare cosa ricordare (e come ricordarlo) tanto quanto nel mettere fuori scena. We are attempting here a lexicon that can speak to a conversation between places and their common futures. Think, for example, of the issue of copyright which both protects the freedom of speech of those who create, but also (perhaps) denies it to those who might benefit:

Il nostro rapporto con questo dispositivo è sicuramente gioioso in quanto ci porta ad un continuo esercizio di sintesi. Un sentimento indecidibile dello sguardo, oscillante tra la visione d’insieme e il particolare, operandone traduzioni e tradimenti, riletture ironiche e posizionate, to traverse through different surfaces; to create new possibilities of bonds and imagination, Quello di essere un soggetto sballottato fra due linguaggi, uno espressivo, l’altro critico; o il desiderio più grande è nel viaggio, nell’avvicinamento, nel percorso che ti porta al suono, all’immagine, alla parola, allo spazio? Places will be thought more with a will to horizons than with a grief of territories, constantly in flux. The ‘where’ of everywhere is a function, it varies depending on what it is being made to do, how it is being looked at, what it is seen in relation to.

Il loro movimento attiva operazioni di investigazione e sperimentazione dello spazio, si viene a creare uno spazio di relazioni in cui ogni racconto è inserito in una dimensione esperienziale comune, l’osservatore ricostruisce. Ma c’è anche un piano temporale, in cui la contiguità mette in relazione il passato e il presente, permettendo all’osservatore di immaginare inedite relazioni tra le cose, tra le storie, e proiettarle nel futuro.Eppure non è tanto il tempo a dar vita a questa storia, ma lo spazio, un’esplorazione ben oltre il paesaggio fisico e naturale: un tour de force narrativo, entro confini stabiliti.

Dalla loro inaspettata familiarità e dall’apparente arbitrarietà del loro accostamento, cercando conseguentemente di trovare un senso possibile, di tracciare delle traiettorie di significato, che partendo da tracce materiali ricostruisce una sorta di genealogia locale, l’arte è diventato spazio e lo spazio è diventato strumento artistico. In questo modo il cosiddetto “pubblico” può effettuare un montaggio emotivo/intellettuale. Si delinea qui una poetica scomoda ed inquietante che promette di disturbare e deviare la configurazione sedimentata nel senso scontato, l’arte propone un percorso destinato a rendere tutto incerto, dove la costruzione dello spazio non procede più per alto, basso, sinistra destra, davanti e dietro, vicino lontano.

La perdita di verticalità ha effetti dinamici, una sensazione di piacevole disorientamento, di disordine percettivo che, pure nel turbamento che genera, innesca un processo di identificazione in chi osserva. Proprio nell’atto dell’essere giustapposti e dell’essere mostrati, aprono uno spazio di contestazione o di contraddizione di quella visione, come territorio della germinazione delle più incredibili e inaspettate mescolanze. Strumenti tecnologici e conseguenti mutamenti culturali ci hanno trasformati in “punti”, al contempo ricettori e produttori di una realtà parcellizzata.Certainly, the internet is playing an increasingly powerful role in the dissemination of free ideas, and it continues to function as a space where ideas can be articulated and activism can be practiced, un senso individuale di fruizione, ma diviene un’investitura, una presa di responsabilità a cui ciascuno spettatore viene chiamato.

Is every opinion, however unpopular – however foolish, even – entitled to a hearing? Impossessarsi del luogo fino a farlo divenire parte del sé, parte del proprio territorio interiore e ricostruire il luogo esterno. E poi volevo restituire allo spettatore e al pubblico qualcosa che non era mai stato veramente mio: un’esplosione di informazione, che in realtà è un’implosione di significato. È il linguaggio che dissemina il desiderio per un senso che viaggia sotto un cielo troppo vasto per essere posseduto o spiegato in modo esaustivo o concludente, dunque i limiti dei nostri modi di appropriarci del mondo,

Costruendo uno spazio reticolare in cui apre la possibilità per l’osservatore di sovrapporre la sua personale collezione di ricordi a quella proposta, pone lo spettatore in questa condizione visiva, e quindi mentale, soggettiva, di riattraversamento dello spazio dell’opera, di pratica della propria immaginazione. E’ stato da sempre attratto dalle possibilità infinite degli scacchi; vanno a visitare una mostra che attraverso un’installazione racconta una storia di incroci e contaminazioni. che possono generare sconvolgimenti, in cui l’osservatore è preso tra differenti focalizzazioni, che gli daranno accesso a diverse porzioni di senso.

That refusal to be contained in any way is what we aspire for in our practice. One can keep stepping into the shoes of the other in order to find one’s way. ..segna la traccia conclusiva di questo processo associativo – volutamente frammentario e parziale – intorno alla relazione tra soggettività, emozione e scrittura/ricerca, e ai conflitti che suscita. L’arte propone un senso diverso, in transito, aperto, un sens, una via per cui ci si incammina senza la garanzia della comprensione piena, completa, finale, concludente, in quanto attiva la partecipazione diretta, che è senza dubbio già un elemento essenziale, ma spinge a una ulteriore constatazione: tuttavia, nello slittamento dello sguardo dal generale al particolare, nell’alternanza tra una posizione di immobile distanza e una di attraversamento, si dispiega da un processo metodologico completamente differente, a partire cioè da una rilettura critica del dispositivo archiviale stesso, ottenuta attraverso la ripetizione estremamente realistica e sottilmente ironica dei suoi meccanismi e delle sue pratiche. Precisamente l’urgenza del posizionamento, e della relazione del proprio posizionamento con quello di altri.

Nel proporre il rifiuto incessante di concludere e con ciò accettare lo stato attuale delle cose, l’arte propone uno spaesamento. Costruisce meticolosamente questo senso di sospensione. Sembra appuntarsi su una modalità “astigmatica” del guardare, che si perde tra il vicino e il lontano, percependoli entrambi come prospettive fuori fuoco. Per “vedere bene” quest’opera occorre ricollocarsi continuamente, spostare di volta in volta la propria posizione nello spazio. Nothing less than the final product of a long history of relations with other realities, other “somewheres”.Nessun tentativo di appagamento, ma solo un senso vitale e inquietante di indefinizione. The works live only in the traces of a potency that remains on the bodies touched and the stories generated. L’incertezza che, per ciò che riguarda la firma, sta nel problema di decidere fino a che punto ed in che modo invadere il proprio testo, per ciò che riguarda il discorso sta invece nel decidere fino a che punto ed in che modo farne una composizione immaginativa.

How do artists respond to the issues surrounding freedom of expression? Sicuramente attraverso i due momenti della conservazione e della trasformazione. C’è sempre un momento preciso in cui definiamo chiuso un lavoro, quel punto oltre il quale si altererebbe il suo equilibrio interno. Ma allo stesso tempo lo stesso lavoro può presentare altre potenzialità se ne si rielabora la struttura.

Il concetto di ricostruzione attraverso il materiale d’archivio implica più livelli di selezione: la selezione del tema che si intende ricostruire ma anche la selezione del materiale da prendere in considerazione utile allo scopo e infine la selezione che sta alla base di tutto ovvero quella che ha portato ad archiviare alcune informazioni piuttosto che altre. È il grande potere dell’interpretazione che è profondamente vigile in chi archivia e in chi usufruisce dell’archivio a causa della stessa natura della mente umana. As such it can be seen as a social sculpture, a political space, and a platform for the exercise of free speech, whether planned or improvised.

E’ la constatazione del fatto che tutti i fattori della vita quotidiana spingono verso un continuo movimento, un continuo mixaggio, una continua variabile determinata da molti fattori e che, proprio un tentativo ossessivo di controllo di questo incessante mutamento delle cose non può che essere fallimentare perché nessuna rete a maglie strette potrà mai fermare the seeds of change, i semi dello scambio.

È molto probabile che Cerino Giuseppe di Napoleone non sia d’accordo con la sua stessa vita che gli altri hanno ricostruito per lui. Ma questa è la puntata del gioco.

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Nives Scotto, nata a Roma, si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha poi frequentato il Master per curatore allo IED. Nella sua ricerca indaga le relazioni che intercorrono fra il ruolo del curatore e la pratica artistica, basando il suo lavoro sull’utilizzo della citazione, l’appropriazione e le potenzialità del frammento. Attualmente collabora con la Fondazione Ratti di Como.