[…] But let me begin
again: There’s a boy kneeling
in a house with every door kicked open
to summer. There’s a question corroding
his tongue. A knife touching
Your finger lodged inside the throat.
Dearest Father, what becomes of the boy
no longer a boy? Please –
what becomes of the shepherdwhen the sheep are cannibals?
Ocean Vuong, Preghiera per i recentemente dannati
Non ne sappiamo (più) niente. Non abbiamo gli strumenti per decodificare comportamenti e scelte.
Un grande “non” sembra precedere ogni discorso sull’adolescenza, discorso spesso clinicizzato, patologizzato, guardato attraverso una lente adulta preoccupata, in altri casi rassegnata o troppo carica di aspettative.
L’appiattimento dell’adolescenza su una natura aliena – una stanza di cui abbiamo perso la chiave – domina il discorso pubblico, ritmato dal “prima-durante-dopo la pandemia”, che butta sul covid la responsabilità di una generazione guardata come dietro un vetro, sollevando così gli adulti da ogni colpevolezza, ma anche da ogni possibilità di dialogo.
Il risultato è che la ricerca su questa generazione viene soprattutto dall’ambito psicologico, oppure da quello del marketing. Fra l’emergenza del disagio psichico e la “normalità” del business as usual si stende una terra di nessuno la cui caratteristica dominante sembra essere l’applicazione di categorie vecchie a fenomeni nuovi.
Come educatrici, artiste e operatrici culturali che lavorano con ragazzi e ragazze adolescenti ci chiediamo quanto non sappiamo o non vogliamo vedere; quando è stato scavato il burrone, quando la nostra società si è “ammalata di adolescenza”, leggendone i tratti alienati ma non festeggiandone, né ascoltandone, le intuizioni. Ci domandiamo quali energie si preparino a una ridefinizione radicale dei rapporti intergenerazionali e come riaprire il canale della comunicazione per facilitare questa ridefinizione, non importa quanto conflittuale.
“Roots” n. 43 vuole provare a sostenere questo sforzo: vuole essere una domanda. I contributi, in forma di testo, video, audio, immagini, possono esplorare le seguenti aree:
- rappresentazioni dell’adolescenza attraverso i linguaggi artistici
- esperienze di co-progettazione e di partecipazione culturale sviluppate con ragazzə
- sperimentazioni educative attraverso le arti visive e performative
- gaming e uso delle tecnologie
- corpi conformi e difformi, corpi mutevoli, corpi desideranti e desiderati
- forme di attivismo da parte di adolescentə
- pratiche di autodeterminazione
- esperienze educative al museo
- adolescenza e spazi pubblici
- pratiche artistiche in contesti di migrazione e rifugio, di marginalità, di detenzione.
Sono benvenuti anche contributi dedicati a temi o punti di vista che non abbiamo saputo immaginare.
Il numero è curato in collaborazione con una redazione di ragazzi e ragazze adolescenti (Maria Boella, Alessia Giannini, Elena Mauri, Luca Muscogiuri, Matteo Rancati, Miriam Sarais, Matteo Rancati). Non sarebbe per noi possibile, dal punto di vista del metodo, realizzare il numero senza questo dialogo, che si è aperto, con curiosità e fiducia reciproca, nel giro di pochi minuti.