In-finito amare
di Umberto di Maggio
Carusiddi, ed il silenzio vociante nell’eco di chi non più parole.
Figghioli, con gli occhi vuoti di speranza ed ancora pieni di vita.
Picciutteddi, figli di ‘sta terra: isola che sazia di luce il lutto a cui è condannata.
Con le strade macchiate, i suoi centimetri liberati e ancora da liberare.
Di vie scolpite di nomi e cognomi a colmare l’ignavia satolla di colpevole silenzio.
E madri e padri senza più le iridi a brillare ed il sangue a pulsare.
E figli e sorelle con le scarpe camminate e le mani lavorate.[…]
Vuoti a rendere: memorie e amnesie del colonialismo italiano. (Noi tutti siamo i monumenti)
di Viviana Gravano e Giulia Grechi
“Di certo, a partire dalla rappresentazione più o meno veritiera che diamo del nostro passato, noi costruiamo la
nostra identità presente e soprattutto futura e su questa base ci raccontiamo, ci relazioniamo agli altri da noi,
produciamo insomma cultura. […]
Lo spazio vuoto di Yasmeen Godder. Danzare rovistando tra scaffali della memoria, oggetti della cronaca e immagini di morte
di Paolo Ruffini
Nella cultura ebraica lo Tzimtzum corrisponde al ritrarsi di Dio in se stesso, potremmo dire un ritirarsi nelle sue sconfinate profondità, una sfida oltre la Sua immanenza che rende possibile la creazione e la sua manifestazione anche attraverso la volontà dell’uomo, se è vero (come è vero) quanto scrive Abrahm Joshua Heschel che ogni opera creata è lì per soddisfare il bisogno che Dio ha dell’uomo. Svuotarsi per dedicarsi, dunque. Dio, così, si impone un limite, si sottrae e crea un vuoto per permettere l’esistenza del mondo. Il nascondersi di Dio oltre a simboleggiare l’esilio del popolo di Israele, al chiudersi anch’esso per tenere salda la propria identità, ribadisce di fatto un impegno nel mettersi a disposizione dell’uomo obbligandolo alla responsabilità verso se stesso. […]
Vide apparent : le cas grec
di Barbara Polla & Chiara Bertini
Le vide n’étant en principe rien… comment pourrait il, alors, être « apparent » ? Comment voir un vide, qui serait en réalité un plein, mais qui se cacherait derrière, ou à l’intérieur d’un vide ?
En réalité, le vide apparent, ici, vient contredire un plein qui, lui, n’est qu’illusion. Le vide apparent est un vide de « choses », de ces choses dont le capitalisme génère le désir, la création, la production et la « possession » – un désir et une possession vides, la plénitude en étant exclue, puisqu’elle empêcherait la perpétuation du système […]
Cosa manca
di Bianco-Valente
“Cosa manca” è il progetto che abbiamo sviluppato durante una settimana di residenza a Roccagloriosa, in Cilento, per “Public Spaces = A place for Action” di Front of Art (Katia Baraldi, Laure Keyrouz e Andrea Stomeo). In una prima fase abbiamo formulato la stessa domanda a diversi abitanti di Roccagloriosa incontrati per strada o nelle loro case: Cosa manca?
Una domanda apparentemente banale, in grado però di lasciare interdette le persone che in più occasioni, prima di rispondere, ci hanno chiesto se ci riferivamo al singolo oppure alla comunità. Abbiamo diligentemente segnato tutte le risposte avute, senza tralasciare quelle ironiche o evasive. […]
Quando il vuoto diventa Open Space. L’azione creativa e responsabile come risposta ai vuoti comuni
a cura di Associazione Open Space
Boccaleone Open Space muove i primi passi nel 2014. Formalmente Open Space è un’associazione culturale e un gruppo aperto di associati (e non), interni ed esterni al quartiere di Boccaleone (Bergamo): fino ad oggi il territorio di riferimento della nostra azione.
Per il momento abbiamo agito due volte, assumendoci sempre la responsabilità diretta delle nostre azioni – sia economicamente sia socialmente. La prima volta lo abbiamo fatto il 6 Luglio 2014, concentrando tutti i nostri sforzi in un giorno solo. La seconda volta invece dal 2 al 26 Luglio del 2015, per tre settimane continuative. […]
Vuoto, unita' di misura della museografia contemporanea
di Rossana Macaluso
Chiamato affettuosamente dagli statunitensi “la soffitta della nazione”, lo Smithsonian Institution, la cui sede principale è a Washington DC, ospita circa centotrentasei milioni di oggetti ed è visitato da oltre ventiquattro milioni di persone l’anno. L’Istituto di istruzione e ricerca con annesso l’immenso museo, rappresenta uno storico polo culturale imbattibile per numero di oggetti in collezione, numero di visitatori, costi di gestione. […]
Un'assenza in potenza
di Francesca Blandino
Nella tradizione filosofica occidentale esiste un lungo repertorio di pensatori che hanno tentato di accarezzare il vuoto per scrutarne l’interno e riempirlo, affascinati dalla bellezza silente dell’invisibile. Il poeta del “Castello dei destini incrociati” di Calvino asserisce che il mondo non è pieno di senso, nonostante lo si cerchi disperatamente, neanche sulla lontana e meravigliosa Luna, dove altro non c’è se non un immenso deserto, in cui ogni cosa conduce verso un orizzonte di vuoto2. Lo sguardo del poeta si rivolge a quell’insieme vuoto che, superando la forma dell’oblio, diviene potenza di vedere, possibilità di apertura verso ogni visione possibile. […]
Vacuum
di Salvatore Insana e Elisa Turco Liveri
Vacuum è nato dall’attraversamento visivo di uno spazio-tempo, archeologia industriale nel pieno del suo fulgore regressivo.
Vacuum è un diario fotografico e un’opera di videoarte nata dall’incontro/scontro tra il ventre cavo di questo gigante prefabbricato e un corpo allenato a far esperienza di sé fuori dagli spazi deputati.
Le tracce che seguono hanno accompagnato in forma lirico-analitica il percorso di esplorazione compiuto.
Il soffio inestinguibile dello spazio vuoto. Ancora una lotta contro la sovranità prestabilita. Il fascino del dismesso e il fare esperienza dell’assenza fanno i conti con la memoria. Con gli strascichi e i riverberi che chi è passato ha lasciato suo malgrado prima dell’abbandono. Tracce inimmaginabili del predecessore a corto di futuro […]
Una scala per l'arte, Midlestairs
di Lorenzo Buongiovanni
Nell’attraversamento di un gruppo di artisti giovani del paesaggio metropolitano di Napoli, si è posta una struttura particolare. Le Scale a San Potito, nell’involucro di una struttura d’epoca, sono lo scenario in cui Veronica Bisesti, Antonio Della Guardia, Fabrizio Monsellato e Salvatore Ricci hanno scelto di realizzare un’esposizione di lavori in situ. La natura della scalinata, uno spazio interstiziale del tessuto urbano, è l’involucro in esaltazione della mostra a tempo, durata il solo giorno 24 febbraio, intitolata Midlestairs. […]