“Ecco, mi sembra talmente interessante questo alludere, attraverso una messa in dubbio dei mezzi di espressione tradizionali, ad una fantasia che possa “vedere oltre” quello che comunemente si vede, al punto che, forse proprio per questo, adesso non c’è una “rivoluzione” vera e propria, in quanto la narrazione odierna, o meglio l’immagine in presa diretta sulla realtà, ci lascia la possibilità di riflettere sul perché le cose stanno così: pensateci, c’è ancora qualche altra cosa dietro il puro fenomeno, non posso certo forzare la gente a vedere, posso aiutare le persone a cambiare atteggiamento.”
(L’utopia dell’arte contro la mediocrità delle emozioni. Intervista a Harald Szeemann, curatore della Biennale di Venezia 49. Esposizione Internazionale d’Arte di Caterina Falomo)