Nelle diverse riunioni di redazione in cui abbiamo cercato di articolare il tema del desiderio in modo coerente rispetto all’impostazione concettuale della rivista, ci siamo piacevolmente scontrate con l’impossibilità di “comprenderlo”, nel senso di incorniciarlo, definirlo, chiuderlo seppure temporaneamente in un recinto di senso che corrispondesse alle visioni di ogni membro della redazione. Dunque abbiamo deciso di tematizzare proprio questa impossibilità, questa specie di ritrosia del desiderio ad essere chiuso in una definizione singolare, che potesse funzionare come principale declinazione del tema del numero.
Una ritrosia che solo apparentemente può sembrare una ritirata o un sottrarsi alla responsabilità del posizionamento, e che invece per noi ha un senso molto diverso: la “logica” del desiderio (il presentarsi della sua “intelligenza sensibile”, se così si può dire) sta proprio nella sua apertura alla molteplicità dei sensi, delle definizioni, delle articolazioni di posizioni differenti che non solo consente, ma pretende.
Pensare il desiderio vuol dire chiamare in chi lo pensa precisamente l’urgenza del posizionamento, e della relazione del proprio posizionamento con quello di altri. Il desiderio non può vivere come concetto al di fuori di una rete di voci che si giustappongono, si oppongono, si sostengono, si sovrappongono, si sbirciano, dandone ogni volta una diversa lettura e rifiutando qualsiasi sintesi normalizzante.
Dunque quello che ci interessa del desiderio è il suo autorizzare (nel duplice senso di “consentire” e di “rendere autorevole”) uno spazio polifonico di voci, una molteplicità di punti di vista in relazione. L’editoriale di questo numero sarà dunque semplicemente un montaggio di voci, ognuna con un nome, un cognome e una posizione, ognuna che esprime secondo il proprio punto di vista e il proprio posizionamento (disciplinare, politico, artistico…) un senso del desiderio, parziale e decentrato. Tra queste voci naturalmente sono presenti anche le nostre singolari voci.
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Paola Bommarito – Junior Curator
Silvia Calvarese – Junior Curator
Pamela Caschetto – Danzatrice
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Iain Chambers – Cultural and Postcolonial Studies Professor
Alessandro De Vita – Regista/Drammaturgo
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Massimiliano Di Franca – Artista
Tarek Elhaik – Anthropologist, moving-image curator
Viviana Gravano – Contemporary Art Curator
Giulia Grechi – Antropologa
Rossana Macaluso – Junior Curator
Pompeo Martelli – Direttore Museo Laboratorio della Mente ASL Roma E
Christian Piana – Fotografo o Archeologo
Annalisa Sacchi – Ricercatrice Performance Studies
Ricci e Forte – Performing Arts Ensemble
Santasangre – Collettivo artistico