a cura di Giulia Grechi
la pelle della Storia è gelida.
pelle di marmo, di bronzo. un guscio vuoto, una pelle senza corpo o un corpo astratto, traslato, immobile, un corpo sempre cadavere, caduto eppure eretto, eroico. un corpo tutto al contrario, un corpo disumano.
potremmo pensare al corpo della Storia come un esercito di corpi statuari spesso giustamente assediati e imbrattati dalle deiezioni, dagli assalti o dai segni di altri corpi, questi sì viventi o sopravviventi [leggi ancora]
the skin of History is frozen.
a skin of marble, of bronze. an empty shell, a skin without a body, or an abstract, translucent, immobile body, a body that is always a corpse, fallen and yet erect, heroic. a body that is all to the contrary, an inhuman body.
we could think of the body of History as an army of statuesque bodies, often rightly besieged and smeared by the droppings, assaults or signs of other bodies, living or surviving bodies [read more]
L’instabilità della voce selvaggia
di Paula Carrara
Queste parole, che si organizzano ritmicamente al rumore della tastiera, mettono in moto il desiderio di svelare, negli interstizi della pelle, un pensiero dimenticato. Sono righe che tracciano un percorso verso una possibile memoria sonora: la vocalità come pulsione esistenziale e la creazione di un immaginario attraverso il linguaggio. È un gesto poetico, uno sforzo per ristabilire legami perduti […]
Sur les fantômes : Dévoiler les traces de blanchiment racial dans Dona Lourdès de Némo Camus
par Furkan Ak
Dona Lourdès (2023) de l’artiste Némo Camus est une performance sur sa relation avec sa grand-mère Lourdès de Oliveira et son héritage familial. Née au Brésil d’un père américain blanc et d’une mère brésilienne noire, Lourdès est connue pour son rôle secondaire de Mira dans Black Orpheus […]
Anatomie delinquenti: appunti per un presente
di Arianna Colombo e Arianna Sortino
C’è chi dice che non ci sia niente di più profondo della superficie. Esposta, sensibile, suscettibile, questa pelle è un luogo aperto (Foucault, 2008), un involucro a cui si incollano edifici, abiti, automobili, immagini e messaggi (Guattari, 1989 p. 291). Ma in un preciso momento, questa pelle è stata anche ferita, squarciata e aperta per indagarne gli abissi e svelarne le più profonde verità […]
Food as Memoir. My Body’s Journey Through Taste and Memory
by Mallory Cerkleski
In preparation for writing, I woke up this morning and whipped up a large portion of pancake batter: eggs, flour, fresh milk, a bit of sugar, salt, and baking powder. I let the mixture rest until the ingredients had time to meet– shake each other’s hands, hug even. I placed a generous amount of butter in the pan and waited until it browned just a bit. […]
ABITARE LA PELLE. Dinamiche performative di risemantizzazione
di Francesca Schinzani
Spazio chiuso che contiene oggetti e persone, in cui le simmetrie sono vincolate a oggetti e persone. Tipo un gioco: se entro io esci tu. Lo spazio finisce, l’aria pure. L’accumulo non è possibile, il rischio è soffocare. Spazio domestico dettato da tecniche normalizzatrici in cui l’ordine è stabilito da una relazione di potere (Bhabha, 2024). C’è sempre qualcunə che decide dove si può stare e dove è assolutamente proibito andare. […]
The myth of immortality: of bodies or data
by Elena Giulia Abbiatici
Negli anni Sessanta ha iniziato a farsi strada la crionica (dal greco kryos, freddo), ovvero la pratica di ibernazione del corpo di un individuo appena deceduto nella speranza che in futuro, grazie all’impiego di nuove conoscenze medico-scientifiche, sia possibile riportarlo in vita e curare la malattia che ne ha causato la morte, preservandone memoria e personalità […]
“Sono natə liberə, vissi liberə e morirò liberatə”: restituire sostanza trans alle figure gender non-conforming del passato
di Dani Martiri
Quante storie raccontiamo attraverso l’arte, senza però avere la possibilità di interagire direttamente con esse? Ma forse le domande più pressanti sono: quali storie raccontiamo? Qual è l’arte che racconta? Dove finisce l’Arte e dove iniziano le memorie di un corpo? Di tutti corpi potenzialmente connessi da una ricerca, da una visione del mondo? Come si sostantivizza un corpo e quali altre sostanze, quali altri corpi possono toccarlo? […]
Temporal Bodies: Paolo Peng Shuai’s Performative Action as Counter-Archival Practice
by Giacomo Cacciaguerra
An hourglass: grains of sand chase each other in the glass of the skin enclosing a turned and turned body, scanning the revolutions of everyday life. Time: first and foremost that of the now, the neck through which the grains of the past, memories, and traditions converge, rolling towards an uncertain future, hopes alongside fears. The body is therefore temporal, as well as spatial […]
Quali istanze in un corpo bambino? Dialoghi in ascolto tra corpi bambini e corpi adulti
di Daina Pignatti
Desidero raccontare di istanze in corpi bambini, ma il mio corpo non è più bambino da tanto tempo, quindi, in verità, posso raccontarvi le istanze portate dai corpi bambini di Bottega Baleno e le loro parole che, negli anni, abbiamo raccolto.Intendiamo per istanza quel desiderio che ha aspetto di inderogabile necessità, di urgenza di prendere spazio e accadere. […]
Le ferite si ricompongono in forma di storie che si chiamano cicatrici
di Andrea Barbieri
Paul Klee descriveva la pratica del disegno come «una linea che esce a fare una passeggiata fine a se stessa, senza meta» (1961). La traccia che osserviamo su un foglio nel momento in cui proviamo a disegnare una linea non è altro che il segno lasciato dal passaggio della matita sulla carta […]
Corpi in lotta: la fotografia di Muholi come forma di resistenza
di Aicha Traore
Muholi nasce nel 1972 a Umlazi, in Sudafrica, e si definisce “visual activist”, termine che sintetizza efficacemente la natura ibrida del suo lavoro, collocato all’incrocio tra arte e attivismo. Questo neologismo riflette una sensibilità contemporanea, esprimendo un concetto complesso che richiede inedite modalità di espressione, un nuovo linguaggio e un nuovo lessico che possano sostituire modelli linguistici ormai inadeguati per descrivere una realtà in continua evoluzione. […]
Colpevole
di Claudio Beorchia
Colpevole è un’operazione artistico-letteraria: è la riscrittura in prima persona singolare del Titolo XII del Codice Penale Italiano, che disciplina i reati contro la persona. La formula indefinita e impersonale del Codice: “Chiunque cagioni…”, si incarna nell’io. Il testo diventa così una estesa e puntuale confessione di omicidi, stupri, violenze, soprusi, in cui la gravità, l’atrocità e l’efferatezza dei delitti si misurano con la scrittura giuridica: algida, distaccata, asettica. […]
“I Believe the Skin of Things as in That of Women”. Corpo femminile e architettura a partire dall’opera di Monica Bonvicini
di Giulia Zompa
Nel 1999 Monica Bonvicini, insieme a Bruna Esposito, Paola Pivi, Luisa Lambri e Grazia Toderi, rappresenta l’Italia alla Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann e intitolata dAPERTutto ottenendo il Leone d’Oro per il miglior padiglione nazionale. In questa occasione, Bonvicini espone l’opera I Believe the Skin of Things as in That of Women, un’installazione costituita da una piccola stanza realizzata con pareti in cartongesso, alcune danneggiate o addirittura sfondate, sulle cui superfici interne sono riportate citazioni sessiste […]
Raising Voices. Progetto di voci a Weimar
di Lucia Pievani
Domenica 9 aprile 1939. È la domenica di Pasqua.
Quell’anno la cantante Marian Anderson è scelta per le celebrazioni istituzionali statunitensi, e quel giorno la sua voce risuona nello spazio aperto davanti al Lincoln Memorial di Washington. L’antefatto a questa esibizione vede l’interprete lirica afroamericana al centro di un dibattito nazionale[…]